Villa Lante, Roma, 21-26 maggio 2001 Nel segno della tradizione e, questo è l’auspicio,
di un continuo sviluppo e approfondimento, si tiene a primavera 2001 per
il sesto anno consecutivo il corso istituzionale intensivo di greco biblico
con la formula sempre adottata di lettura ragionata e integrale ed esegesi
del testo originale.
Guido Ziffer
Note organizzative. Il corso intensivo si terrà da lunedì 21 maggio alle ore 15 a sabato 26 maggio alle ore 12,30 a Villa Lante (Istituto Sacro Cuore, via San Francesco di Salem 18, 00165 Roma). Il programma giornaliero delle lezioni verrà inserito in cartella; i pranzi del 22, 23 e 25 maggio verranno consumati presso l’Istituto Sacro Cuore, dove alloggeranno i partecipanti non romani; la mattina di giovedì 24 maggio sarà libera. Docenti: per l’esegesi GianLuigi Prato biblista e per la lingua Laura Provera, Università Gregoriana e Rita Torti Mazzi, Università Urbaniana; responsabile del corso Guido Ziffer - Biblia. La quota di partecipazione, complessiva e indivisibile, comprendente il corso e i tre pranzi è di lire 250.000 per i soci di Biblia e di lire 300.000 per i non soci (inclusa l’iscrizione di lire 50.000 da inviare con la scheda d’iscrizione, non rimborsabile). I partecipanti desiderosi di alloggiare a Villa Lante, per cinque notti con pensione completa verseranno in più lire 400.000 pro capite, se in singola lire 450.000 (di cui 100.000 pro capite, rimborsabili sino al 20 aprile, da inviare insieme alla scheda d’iscrizione). Il corso è unico. Per chi partecipa per la prima volta: R.Calzecchi Onesti, Leggo Marco e imparo il greco, Piemme, Casale Monferrato 1993. Invito speciale: VI CORSO DI GRECO BIBLICO R E L A Z I O N E Come naturale non è stato facile conciliare le esigenze di approfondimento con la necessità di affrontare i 15 capitoli restanti, ricchissimi di problemi linguistici e di tematiche esegetiche e teologiche. La quadratura del cerchio è stata resa possibile dall’abilità didattica e dalla competenza scientifica delle professoresse Laura Provera (grecista) e Adriana Bottino (esegeta). Anche grazie alla collaborazione dei corsisti, esse hanno infatti saputo sciogliere con abilità molte delle questioni storiche ed ermeneutiche poste dalla simbologia e dalla retorica giovannea, che ama affrontare i suoi temi riprendendoli e ritornando su di essi con un procedimento a spirale che evoca un processo di chiarificazione infinito e mai veramente concluso. Qualche ulteriore approfondimento avrebbero richiesto i capitoli della passione, morte e resurrezione (Gv 18, 19, 20), ma il gusto della riflessione ha avuto comunque modo di esercitarsi appieno nei quattro incontri dedicati ad altrettante conferenze disseminate nell’arco dei sei giorni. Nella prima il dottor G. Ziffer ha fatto il punto sull’uso de “La lingua greca nella Bibbia”, ricordando che non solo il Nuovo Testamento è stato scritto in greco, ma che anche parte del Primo o Antico ha visto la luce in questa lingua e che la documentazione più antica della stessa Bibbia ebraica ci è giunta in greco, grazie alla versione dei LXX e alla sua tradizione manoscritta anteriore a quella del testo masoretico. Nel suo esame del contributo offerto dalla koinè alla fissazione e alla diffusione dell’esperienza cristiana, l’oratore ha poi sottolineato alcuni problemi posti da questa ellenizzazione della predicazione aramaica di Gesù. Secondo lui non sempre le nostre traduzioni in lingua corrente riescono a rendere la pregnanza teologica e simbolica della lingua del Nazareno. Posti tra radicamento nella Scrittura ebraica e incontro con la lingua e la cultura delle Genti, i vangeli sono un vero e proprio crocevia linguistico e teologico. Lo hanno messo magnificamente in luce le conferenze della professoressa Rita Torta Mazzi sulla presenza de “I Salmi nel Vangelo di Giovanni e nel Nuovo Testamento” e del professor Luigi Prato su “La discesa del Logos giovanneo e i viaggi cosmici della Sapienza giudaica” e su “La Sapienza giudaica interpretata come Logos”. “Spesso – ha affermato Rita Torta Mazzi – gli scrittori del Nuovo Testamento ricorrono all'Antico. È proprio l ì che stanno le origini del messaggio di Gesù e della sua interpretazione apostolica”. Gesù era ebreo tra ebrei e tali erano i suoi discepoli. Ebraica è la radice della loro teologia e della simbologia di cui si vale il loro parlare e il loro scrivere. Non solo alcuni testi neo-testamentari come l’Apocalisse sono un tessuto di riferimenti alla Bibbia ebraica, ma tutti i vangeli si presentano come compimento della Scrittura, rifacendosi soprattutto ai Salmi e tra i Salmi particolarmente a quelli relativi alle sofferenze del giusto (Sal 41; 22, 69), che scandiscono i modi e i tempi della narrazione della passione e della morte del Cristo. Analogo il discorso svilippato da Luigi Prato a proposito del tema della preesistenza, della discesa nella storia e del potere salvatore del Logos secondo il prologo di Giovanni. Con un’attenta analisi dei tardi testi giudaici (canonici, deuterocanonici e apocrifi) e delle opere di Filone, l’autore ha ricostruito il percorso della formazione del tema della preesistenza, della discesa e del potere redentore della Sapienza. Ha così evidenziato, non tanto e non solo la formazione del “mito della redenzione”, ma l’emergere del contesto culturale ed ermeneutico che ha consentito a Giovanni di elaborare la teologia del Logos e di ricollegarla a Gesù, “lasciando in ogni caso aperti i problemi che neppure la speculazione sapienziale era riuscita a risolvere: l’esatta definizione del rapporto tra la Sapienza-Logos e Dio e l’origine ultima del male”. |