Ostuni, la città bianca                                                                                              Un trullo nei pressi di Ostuni

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Alle origini di una separazione:

 ebrei e cristiani tra il I e il II secolo

 

Seminario invernale organizzato da Biblia, in collaborazione con la Regione Puglia

 Masseria Santa Lucia, Ostuni, 1-3 febbraio 2008

 


 

Presentazione

Quasi novant’anni fa Joseph Klausner, il pioniere degli studi ebraici su Gesù, si chiedeva: «Come avvenne che Gesù vivesse totalmente all’interno del giudaismo e tuttavia fu all’origine di un movimento che si separò dal giudaismo, visto che ex nihilo nihil fit, nulla viene dal nulla?» (J. Klausner, Jesus of Nazareth, London 1925, p. 369  la prima edizione in ebraico risale al 1922). Ci possiamo domandare: per noi i termini della questione restano quelli qui prospettati? Per più versi la risposta è positiva. Tuttavia anche dove ci sono forti somiglianze il discorso si è molto dilatato sotto l’aspetto sia qualitativo sia quantitativo.

Siamo allo stesso punto perché la domanda non ha ottenuto una risposta concorde e convincente. A tutt’oggi, da un lato c’è un interrogativo formulato in modo netto, mentre dall’altro c’è un  variegato ventaglio di  tentativi di risposta.. Rispetto ai primi del Novecento le nostre conoscenze delle correnti ebraiche  del primo secolo e.v. sono molto cresciute. Per comprovarlo basterebbe un riferimento: i manoscritti di Qumran. Stavano nascosti in caverne, ma si presentarono, alla fine degli anni quaranta, come  meteoriti piovute dal cielo: prima di quella data nessuno ne sospettava l’esistenza. Non furono gli unici ritrovamenti (tra gli altri va ricordata almeno la ‘biblioteca’ di Hag Hammadi che ha allargato di molto la nostra conoscenza degli apocrifi del Nuovo Testamento – cfr. il prossimo seminario di Monserrat, giugno 2008). Inoltre si sono sempre più affermati modi innovativi per interpretare testi già noti (in quest’ambito rientrano, per esempio, la rivalutazione della cosiddetta tradizione enochica). Questo immenso lavoro costituisce tuttora un cantiere aperto che rende più complesso, ma anche più affascinante, definire cosa sia stato l’ebraismo prima che, a partire dal II-III sec. e. v., il giudaismo rabbinico occupasse, da solo, tutta la scena.

La ricerca storica e la mentalità critica hanno reso meno unitaria anche la comprensione delle correnti cristiane delle origini. Pur senza immergersi nel mondo degli apocrifi, è obbligo constatare che, avulsi dall’ombrello uniformante del canone e ancor più dalla successiva gabbia dogmatica, gli scritti neotestamentari rivelano una pluralità di orientamenti e teologie tanto accentuata da rendere arduo – e per vari studiosi addirittura impossibile – parlare, per il  primo secolo, dell’esistenza stessa di un cristianesimo. Appare quindi evidente l’arbitrarietà dell’operazione tentata da chi volesse tracciare l’originario discrimine tra ebraismo e cristianesimo servendosi di una squadra simile a quella impugnata dalle potenze coloniali europee per dividere i confini dei loro possessi. Le righe dritte e gli angoli retti sono sempre astratti (e perciò violenti);  i confini rispettosi delle differenze sono invece frastagliati e quindi difficili da definire.

Il fatto che, ai nostri giorni, l’ufficialità cattolica cerchi di stringere le fila proponendo ai fedeli certezze storiche che in realtà non sono tali, o che il mondo ortodosso ignori, in pratica, persino l’esistenza di questioni critiche, non muta i termini del problema. Là dove riesce tuttora a esercitare qualche forma, diretta o larvata, di repressione la dirigenza cattolica può tacitare un poco la ricerca storica e teologica, ma non può andar oltre. L’unico insetticida efficace contro il tarlo della critica è stata l’Inquisizione, ma essa, al pari del DDT, è, in sostanza, ormai messa al bando e i suoi sostituti sono meno efficaci. Rimane comunque sempre vero che la coercizione è l’argomento di chi non ha argomenti.

 Vi è un altro capitolo da aprire. Per la verità, assunto nell’ottica di una ricerca storica asettica, esso potrebbe rimanere anche  chiuso; tuttavia  si tratta di un ambito che incide così a fondo nel nostro contesto che risulta impossibile ignorarlo. Si tratta dei due massimi (diversissimi) eventi della storia ebraica del XX sec. Una delle conseguenze legate alla Shoah e alla nascita dello Stato d’Israele è quella di aver contribuito a falsificare in modo definitivo le tradizionali visioni cristiane sugli ebrei. Da allora tutto si è riaperto e si sono letti con occhi nuovi testi antichi. Per gli spiriti più avveduti ormai la questione non è più quella ebraica - secondo la famigerata espressione di un tempo – ma quella dell’antiebraismo cristiano. Questa pressione fa sì che la ricerca storiografica sugli originari rapporti cristiano-ebraici travalichi l’ambito del rigore e possa o impantanarsi nelle sabbie mobili dell’ideologia o arrampicarsi sulla roccia della responsabilità culturale e civile.


PROGRAMMA

 

 [ Mercoledì 30 gennaio

Arrivo nel pomeriggio del primo gruppo di partecipanti. Cena e pernottamento.

 

Giovedì 31 gennaio

Gita di tutto il giorno a Lecce e visita della chiesa di Santa Caterina di Alessandria a Galatina. Pranzo a Soleto, piccolo paese della Grecìa Salentina]

 Arrivo nel pomeriggio del secondo gruppo di partecipanti e cena in hotel alle ore 20,00; sera libera.

 

Venerdì 1 febbraio

9,00              Saluto delle autorità.

                     Introduzione: le ragioni di un seminario, Piero Stefani, Università di Ferrara.

                     Le judaïsme à l’époque de la naissance du christianisme, Simon Claude Mimouni, Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris.

                     Ebrei, gentili e comunità cristiane nei primi due secoli, Lucio Troiani,   Università di Pavia.

12,30            Pranzo in hotel.

14,00            Visita guidata in pullman a Egnazia e al villaggio rupestre di Lama d’Antico.

 16,30             La «Birkat ha-minim», Günter Stemberger, Università di Vienna.

                     La polemica antigiudaica negli scritti cristiani del II secolo, Giorgio Otranto, Università di Bari.

20,00            Cena in hotel.

21,30            La Puglia: una terra di ebrei e cristiani, Cesare Colafemmina, Università di Bari.

 

Sabato 2 febbraio

9,00              Visita guidata in pullman a Ostuni, Cisternino e Locorotondo.

13,30            Pranzo in hotel.

16,00            Le ragioni di una separazione: dibattito a due voci, Giorgio Jossa, Università di Napoli e Mauro Pesce, Università di Bologna.

20,00            Cena in hotel.

21,30            Spettacolo da definirsi.

 

Domenica 3 febbraio

9,30             Giudei, pagani e cristiani: interazioni in età romana imperiale: secoli I-II, Giancarlo Rinaldi, Università degli Studi di Napoli  l’Orientale.

                    Che cosa c’è di nuovo nel Nuovo Testamento?, Francesco Rossi  de Gasperis, biblista, Pontificio Istituto Biblico, Gerusalemme e Roma.

12,30            Pranzo in hotel e partenza.

 

[15,00       Eventuale visita guidata in pullman a Martina Franca e al Museo di Taranto, per chi parte la sera]

 


 

 

NOTIZIE UTILI

 

Il luogo. Ostuni è una cittadina in Provincia di Brindisi. Sorge con il suo bianco splendore su tre colli, alle estremità delle Murge a 299 mt. sul livello del mare. La sua città vecchia, detta La Terra, è inconfondibile per l’accecante monocroma colorazione del suo abitato, rigorosamente bianco. Le case tinteggiate di calce e la peculiare topografia le hanno fatto meritare epiteti fiabeschi, come Città Bianca, Regina degli Ulivi, Città Presepe. Ostuni è un affascinante groviglio di stradine anguste e tortuose, un susseguirsi di corti, piazzette e vicoli che un tempo facevano  capo  a  cinque porte che si aprivano nella cinta muraria, munite di torri, piombatoi e bertesche. L'unica vera strada che raggiunge il vertice del ‘cono’ e che divide il centro storico in due parti è via Cattedrale, mentre tutte le altre che lo intersecano sono vicoli ciechi o scalinate strette e ripide. Qui si trovano abitazioni cubicolari, spesso scavate nella roccia, unite da archi e semiarchi che fungono da contrafforti e da sostegno; come pure palazzi che, per gli stemmi gentilizi, i portali e la varietà delle linee architettoniche, con macchie d'ocra dorato ombreggiano l'accecante bagliore del bianco labirinto. Sulla sommità del colle, infine, si erge la Cattedrale, mirabile sintesi di elementi romanici, gotici e veneziani, che domina la Piana degli ulivi secolari fino al mare. E sul mare, sotto alla città, si trova il ‘Grand Hotel Masseria Santa Lucia’ (S.S. 379 km 23.500, 72017 Ostuni Marina BR, tel. 0831/3560; e-mail info@masseriasantalucia.it), il bellissimo e caratteristico albergo a quattro stelle che ospiterà noi e il nostro seminario.

 

Come arrivarci. Il nostro albergo è disposto a organizzare il viaggio aereo per i partecipanti al seminario, al prezzo di 180 euro a persona andata e ritorno, compreso il trasferimento da e per l’aeroporto; i voli sono disponibili dagli aeroporti di Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna e Roma.

Chi opta per questa soluzione dovrà prenotare subito il volo chiedendoci la scheda da riempire e da inviare al Grand Hotel Masseria Santa Lucia al più presto, e comunque non oltre il 15 dicembre.

Altrimenti si può viaggiare in treno diretto a Lecce e scendere alla stazione di Ostuni dove l’hotel invierà un bus a prenderci gratuitamente: in questo caso dovrete segnalare sulla scheda d’iscrizione il giorno e l’ora di arrivo alla stazione di Ostuni.

Infine si può arrivare alla Masseria anche con l’auto, magari mettendosi d’accordo in tre o quattro persone: si potrà parcheggiare nei giardini dell’hotel.

 

Le gite. Il giorno giovedì 31 gennaio andremo a visitare la città di Lecce, la capitale del Salento definita la «Firenze del barocco» dallo storico Gregorovius; l’anello dei viali tracciato sul perimetro delle antiche mura racchiude la città vecchia del barocco leccese, affascinante commistione di architettura e scultura dal caldo colore dorato spesso sfumante nel rosa. Dopo la visita di questa città straordinaria, proseguiremo per la cittadina di Galatina, nota per la basilica tardo.romanica di Santa Caterina d’Alessandria, con i suoi tre portali ornati e il suo straordinario ciclo di affreschi del ’400 di ispirazione giottesca raffiguranti anche scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Per il pranzo ci fermeremo in un ristorante a Soleto, piccolo paese della Grecìa Salentina, dove si trova la chiesetta di Santo Stefano con un interessante ciclo pittorico ed un Giudizio Universale secondo l’iconografia bizantina (€ 40 a testa, compreso il pranzo). 

Dopo il pranzo di venerdì 1 febbraio, visiteremo presso Fasano, l’importante sito archeologico di Egnazia, dove si fermarono Virgilio, Mecenate ed Orazio in viaggio verso la Grecia, come ci documenta quest’ultimo nella V sat. Libro I, e il villaggio rupestre di la Lama d’Antico nel quale si trova una tra le più grandi chiese rupestri di Puglia che appare come una cattedrale scavata nella roccia con decorazioni pittoriche (€ 10 a testa).

Sabato mattina 2 febbraio sarà dedicata alla visita guidata di Ostuni;  poi lungo la strada vedremo l’antico borgo di Cesternino, d’aspetto orientale, con bianche case a terrazza;  infine, visiteremo, vedendo anche numerosi trulli disseminati nella valle d’Itria vicino ad Alberobello, il pittoresco paese di Locorotondo,  con le sue importanti chiese (San Giorgio e Santa Maria della Greca) ricche di opere d’arte (€ 15 a testa).

Infine, coloro che partono la sera di domenica 3 febbraio, potranno iscriversi a un’ulteriore gita guidata. Si partirà dal Museo Archeologico nazionale di Taranto, tappa irrinunciabile per chi vuole conoscere la storia della Magna Grecia a partire dall’età preistorica; in seguito si visiterà Martina Franca, graziosa cittadina posta sul più alto gradino delle Murge meridionali, a dominio della valle d’Itria, che possiede interessanti edifici barocchi e numerosi palazzi rococò che le danno un’impronta settecentesca (€ 15 a testa).

Le gite, da pagare in loco, verranno effettuate solo se raggiungeranno un minimo di 25 aderenti.

 

Costo del seminario e della pensione. La pensione completa a persona per giorno è di € 55 a testa in camera doppia, di euro 70 in camera singola e di euro 45 a testa in camera tripla.

La partecipazione al seminario costa € 50 per i soci di Biblia e per i giovani sotto ai 30 anni; di € 70 per gli altri; di € 20 per i residenti della regione.

 

Iscrizione. Per iscriversi occorre inviare quanto prima la scheda debitamente riempita in ogni sua parte, insieme al tagliando di ccp o di ccb che certifichi il versamento effettuato corrispondente alla pensione completa del primo giorno (rimborsabile in caso di ritiro entro il 20 dicembre) e a € 20 di anticipo sulla partecipazione (non rimborsabile).


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R E L A Z I O N E

 

Alle origini di una separazione:

ebrei e cristiani tra il I e il II secolo

Seminario invernale: Ostuni 1-3 febbraio 2008.

 

Punto di partenza la domanda di Joseph Klau­sner, formulata quasi novant'anni fa: «Come avvenne che Gesù vivesse totalmente all'interno del giudaismo e tuttavia fu all'origine di un movimento che si separò dal giudaismo, visto che ex nihilo nihil fit, nulla viene dal nulla?». Il convegno è poi proseguito, attraverso le varie relazioni, nell'approfondire l'ar­gomento, tenendo conto, a premessa del tutto:

1. che non esiste ad oggi una risposta concorde e convincente su questa questione;

2. che le conoscenze delle correnti ebraiche del primo secolo sono molto cresciute rispetto al passato;

3. che si sono sempre più affermati modi innovati­vi e di ricerca della verità per interpretare testi già noti;

4. che la mentalità critica e la ricerca storica han­no reso meno unitarie anche le comprensioni delle correnti cristiane delle origini;

5. che la ufficialità cattolica cerca di stringere le fila proponendo ai fedeli certezze storiche che in realtà sono discutibili.

Agnese Cini Tassinario, presidente di Biblia, ha sostenuto che «scopriremo, in questi giorni, qualcosa di più sul proto-scisma, la prima grande separazione fra credenti nello stesso unico Dio. Forse ci renderemo conto che opinioni e teologie diverse sono sempre esistite e sono una ricchezza, non una eresia o un pericolo [..] La cultura dello scambio fra credenti di varie confessioni e non credenti, a cui Biblia si ispira, è oggi sempre più indispensabile: quando non c'è stato o non c'è, ha prodotto e pro­duce inimicizie, odi, soprusi e tirannie; quando è presente, quella pace desiderata da tutti sembra farsi più vicina».

Dai punti iniziali, dalla introduzione della presi­dente e dal fatto che il convegno chiude un lungo ciclo di incontri […] che gli organizzatori si augurano fruttuoso come quello precedente, si può affermare che l'idea centrale veicolata durante il convegno è che risulta arduo, se non impossibile, parlare per il primo secolo all'esistenza stessa di un cristianesimo, ma soltanto di una cor­rente ebraica (ritenuta forse eresia) nata attorno alla figura di Gesù.

Le relazioni presentate, non hanno fatto altro che approfondire questi temi partendo da diversi punti di vista,  non sempre concordi tra di loro. Infatti, dopo il saluto delle autorità locali sono stati affrontati i temi: Le ragioni di un seminario (Piero Stefani), Le judaisme à l'époque de la naissance du christianisme (Simon Claude Mimouni) [il testo della relazione è stato pubblicato su Regno-attualità, 2,2008,  pp. 60-64, ndr]. Mimouni, al termine della sua completa e articolata relazione, ha affermato che «vi è un punto che pare sempre più evidente: c'è stato un giudaismo che si rifaceva all'Alleanza di Mosè diffuso trai giudei della Palestina; e c'è stato un giudaismo che si rifaceva all'Alleanza di Abramo diffuso tra i giudei della diaspora. […] Il cristianesimo si è sviluppato da queste due categorie del giudaismo: si può dire per esempio che Giacomo di Gerusalemme si rifà all’Alleanza di Mosè nello stesso modo in cui Paolo di Tarso si rifà all'Alleanza di Abramo. L'Alleanza di Abramo è quella su cui si è fondato il giudaismo cristiano, che s'inscrive nella catena dei mistici attestata nella letteratura apocalittica. L'Alleanza di Mosè è quella su cui è stato fondato il giudaismo rabbinico, che si inscrive nella catena dei farisei, dei tannaiti e degli amoraiti [...] Per alcuni Padri della Chiesa i cristiani discendono dagli ebrei che derivano da Abramo; in questa genealogia, essi evidentemente non si richiamano al giudaismo di Mosè ma a quello di Abramo».

Il convegno è proseguito con le relazioni: Ebrei, Gentili e Comunità cristiane nei primi due secoli (Luciano Troiani), La Birkat ha-minim (di Günter Stemberger dell'Università di Vienna), Le ragioni di una separazione: dibattito a due voci (Giorgio Jossa e Mauro Pesce).

«È opportuno parlare - ha detto il prof. Jossa ­ non tanto di separazione tra giudaismo e cristianesimo tra il I ed il II secolo, quanto di acquisizione di una propria identità da parte dei seguaci di Gesù. Ed è assolutamente necessario sottolineare che questa acquisizione di una propria identità è il risultato di un lungo processo, che è diverso da comunità a comunità, da regione a regione, non è l’effetto di singoli eventi o decisioni, anche se su alcune comunità determinati eventi possono aver avuto una influenza decisiva». La nascita del cristianesimo, ha aggiunto Jossa, la si avverte dopo la nascita del rabbinismo negli anni '80, (Concilio rabbinico di Jamnia). Gli Evangeli di Matteo e Giovanni, si pensa siano espressione di un cristianesimo già separato, anche se in Mt. 5,18 la Legge è ancora in vigore e in Giovanni la giornata è scandita da regole giudaiche.

Di diverso avviso il prof. Pesce, per il quale invece non si può parlare di cristianesimo se non dopo la metà del II secolo. Dice infatti che «si può parlare di giudeo-cristiani se c'è un cristianesimo, ma così non è. Esistono invece diversi giudaismi [...] Se è vero che l'uccisione dell'apostolo Giacomo, crea una frattura fra i giudei definendo così la corrente cristiana, come riporta il prof. Jossa, è altrettanto vero però che il Sommo Sacerdote Anano, autore di quella condanna, soltanto tre mesi dopo viene deposto, e ciò significa che l'Apostolo Giacomo godeva di protettori e amici all'interno del mondo ebraico, perciò non si può ancora parlare di separazione».

Il prof. Giorgio Otranto  dal canto suo ha sottolineato che «tra i rappresentanti delle due religioni, nel II sec. si svolsero numerosi incontri e discussioni sull'interpretazione dell'Antico Testamento e venne consumandosi la separazione del cristianesimo dalla sua matrice giudaica; nel contempo si avviò il processo di autodefinizione dell'identità cristiana, che si è realizzato con modalità e tempi diversi. Le radici ebraiche del cristianesimo erano così profonde che ogni tentativo di definire la nuova religione comportava un confronto, diretto o indiretto, con l'ebraismo sull'Antico Testamento. Inoltre non va dimenticato che occorre sempre considerare il quadro storico e i decreti degli imperatori Adriano, Antonino Pio, Settimio Severo».

Altri autorevoli interventi: Giudei, Pagani e Cri­stiani: interazioni di una età romana imperiale (Giancarlo Rinaldi) e Che c'è di nuovo nel Nuovo Testamento? (padre Francesco Rossi de Gasperis sj) che hanno concluso il convegno. Lo stesso de Gasperis ha avuto modo di sottolineare un concetto importantissimo: «Quando ho accettato di presentare un mio intervento sull'argomento […], ho premesso che, onestamente, non avrei saputo né potuto farlo dal punto di vista esclusivamente ‘oggettivo’, culturale, spogliato della mia ‘soggettività’ di credente neotestamentario. Per poter cogliere e apprezzare la ‘novità’ del Nuovo Testamento, bisogna infatti credere che essa esista veramente e realmente [...] Tutto il Nuovo Testamento è il documento ‘oggettivo’ della fede di milioni di soggetti umani, i quali, lungo molti secoli della storia, si sono ‘aggiunti’ ai primi discepoli credenti in Gesù risorto, cioè alla Chiesa dei giudei di Gerusalemme. Sembra giusto, perciò, che per cogliere la novità del Nuovo Testamento noi interroghiamo coloro che per primi credettero e sperarono in Gesù come Messia d'Israele e delle Nazioni. Tutti gli altri che sono seguiti, fino ad oggi, condividono la convinzione riguardante tale novità, tramandata da quella Chiesa-Madre di Gerusalemme, che si esprime appunto nelle pagine del Nuovo Testamento [...] Già nel II secolo, Ireneo ha dato la risposta definitiva alla nostra questione nel sostenere che tutto ciò che di nuovo Gesù ha portato nel mondo lo ha portato portando se stesso». Si può cogliere in queste affermazioni che l'Antico e Nuovo Testamento, pur nella ricerca ‘obiettiva’ dei testi e del contesto storico in cui sono stati scritti, potrebbero essere fuorvianti se gli stessi non venissero letti alla luce della fede o reinterpretati alla luce della necessità storica odierna che nulla ha che fare con una corretta dimensione di fede. Padre de Ga­speris, oltre ad aver pronunciato una relazione apprezzata dai presenti che ha contribuito a diradare alcune nebbie sorte durante il ricco e interessante confronto critico-storico, ha presieduto la Messa partecipata e vissuta intensamente dai cristiano-cattolici presenti al convegno.

Nei vari momenti conviviali, ricreativi, storico­turistici e nella serata conclusiva del convegno, si è respirato un clima di amicizia, di rispetto e di serenità che ha evidenziato l'indispensabile intreccio di vita pensata e vita vissuta, così che l'armonia possa regnare nella pluralità delle sensibilità e delle idee.

Se poi questi eventi, di indubbia valenza storico­teologica, venissero pensati introducendo oltre che elementi del linguaggio concettuale, elementi del linguaggio audiovisivo (cinema e immagini) e si cercasse di uscire da un ambiente forse un po' troppo circoscritto di specialisti del settore, si farebbe a mio avviso un notevole servizio di diffusione della co­noscenza della Bibbia.

Gian Lauro Rossi

(Da: Edav, educazione audiovisiva, n. 358, marzo 2008, pp. 30-31)

 

 

Note su un breve peregrinare in Puglia

 

A completamento del seminario invernale, tenutosi ad Ostuni, si è pensato di far conoscere ai soci di Biblia alcuni segni della storia sulla terra di Puglia e accompagnandoli, così come si fa quando vengono a trovarci degli amici che vivono altrove, si è cercato di guardare con loro il paesaggio che attraversavamo, narrandolo. Insomma tessere con le parole una tela che legasse i luoghi e le cose che andavamo visitando, non solo nello spazio, ma anche nel tempo di ieri e quello di oggi. In alcuni momenti suggerendo anche di chiudere gli occhi per poter immaginare i colori nelle diverse stagioni nei campi dei giganteschi olivi tipici di questa zona e delle viti dei nostri ‘rossi’.  Ci siamo mossi non secondo un ordine cronologico, ma in funzione delle distanze e del tempo che il seminario concedeva, incontrando sempre sui luoghi visitati, guide giovani e preparate.

A Galatina, i colori degli affreschi della chiesa di Santa Caterina di Alessandria, ci hanno portati nel tempo della presenza francese in Puglia, le dolci fanciulle dalle lunghe trecce biondissime, che rappresentano angeli o sante, riccamente vestite, in realtà proponevano il modello culturale delle corti d’oltralpe e contribuivano così ad aprire una nuova pagina della storia di questa terra.A Soleto con la cappella di santo Stefano e nel centro storico con il suo singolare campanile, facilmente confondibile con un minareto, abbiamo colto i segni di una Puglia, terra di confine dove più culture hanno convissuto e si sono stratificate nelle forme, nei suoni della lingua e nella cultura materiale. A Lecce presi dal trionfo del ‘barocco leccese’, le scenografie delle chiese, dei palazzi e delle piazze ci hanno narrato con la dolcezza della pietra storie di potere e di  una cultura ricca e privilegiata.

La seconda visita l’abbiamo dedicata ai ‘bianchi’, nel senso del colore, di Puglia, il centro storico di Ostuni, di Locorotondo ed i trulli della campagna. Un affacciarsi fra stradine e scorci di muri bianchi e cielo azzurro in un territorio dove il lavoro della mano dell’uomo è raccontato non solo dai campi, ma soprattutto in ogni pietra scolpita ed adattata in quelle architetture di pietre che sono i trulli ed i muretti a secco. 

Nei pressi dell’hotel che ospitava il seminario, abbiamo visitato Lama d’Antico, il letto di un antico torrente che intorno all’anno 1000 fu abitato, come altre lame di questa zona, da comunità cristiane, che hanno lasciato segni del loro abitare in cavità della roccia, manipolate ed adattate alle funzioni legate alla pastorizia ed alla agricoltura. Vere e proprie architetture in negativo, che questa lama testimonia anche con una delle più grandi chiese rupestri, che conserva ancora evidenti segni di affreschi ancora leggibili.

Irrinunciabile Egnazia città messapica, romana e bizantina, sito archeologico fra i più importanti, sulle cui strade, ricordiamo ed immaginiamo con emozione, passeggiarono Orazio, Virgilio e Mecenate in viaggio insieme verso la Grecia come ci racconta, nella V Satira, lo stesso Orazio.

Attraversando poi il terrificante rosso paesaggio di polvere di ferro e dei fumi infernali dell’acciaieria della Taranto di oggi, non potevamo chiudere meglio il nostro peregrinare, se non andando a visitare il Museo Archeologico, che con la ricchezza di reperti e l’attuale sapiente organizzazione museale, ci ha felicemente presi, tanto da offrirci l’occasione di approfondire ed anche aprire nuovi discorsi, nati dal contributo di soci di Biblia che in autobus hanno voluto continuare a riflettere e comunicare.

Infine un passaggio da Martina Franca per assaporare il suo rococò ed una buona tazza di cioccolato caldo.

Giornate splendide di sole ci hanno accompagnati, tanto che solo le interessanti relazioni del seminario hanno tenuto lontano qualcuno dalla tentazione di fermarsi sul mare.

Isa Bergamino

 

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