La crisi delle certezze: il Qohelet, 24-28 agosto.
Chi s’intende un po’ di campagna sa
che certi semi germogliano subito, altri dopo una lunga attesa. Altrettanto
si può dire di certi libri biblici, germogliati alcuni presto, altri
tardi o tardissimo. Di questi ultimi vorrei ricordarne almeno due: il Cantico
dei cantici e il Qohelet. Per millenni i lettori più autorizzati
(padri della chiesa, monaci ecc.) hanno preso per buone le erbacce che
crescono sul terreno seminato. Quando finalmente la vera pianta ha germogliato
e fiorito, è stata salutata e goduta dai remoti, remotissimi discendenti
di coloro che l’avevano seminata nel giardino della Bibbia. Non è
esagerato affermare che la comprensione di questi due libri è una
delle grandi novità culturali, una delle grandi meraviglie del nostro
tempo. Forse lo Spirito pensava che la celebrazione innocente e concreta
dell’eros (Cantico) e la confessione dello smarrimento, dell’angoscia,
del dubbio insanabile (Qohelet), fossero due bisogni del nostro tempo di
cui si doveva tener conto in Cielo. Il Qohelet deve infatti la sua ‘salvezza
canonica’, la sua ammissione tra i libri sacri, proprio al fatto di essere
stato così a lungo tempo frainteso: frainteso nella paternità,
perché creduto di Salomone, e frainteso nei destinatari, perché
creduto libro ascetico per monaci e affini. Questa scelta divina di giocare
con gli errori degli uomini è un grande dono fatto agli uomini stessi:
sarebbe come dire che, a differenza di molti suoi cultori professionali,
Dio, davanti agli errori teologici, mai digrigna i denti, non emette condanne,
ma gode anzi a utilizzarli a modo suo.
Paolo De Benedetti
Il veggente di Patmos: l’Apocalisse,
28
agosto-1 settembre.
In un famoso passo della lettera rivolta alla chiesa
di Laodicea, l’Apocalisse si lamenta della tiepidezza propria di quella
comunità di credenti, dicendo che sarebbe stato assai meglio che
essa fosse stata calda o fredda (Ap 3,15-16). Questa immagine potente sembra,
in certo senso, applicarsi anche al libro stesso che la contiene: i tiepidi
che, pieni di buona volontà o di pia devozione, si accostano a questo
libro carico di visioni e simboli ne vengono, infatti, subito respinti.
Restano solo da un lato i freddi, vale a dire coloro che si rifiutano consapevolmente
di prendere sul serio questo strano libro e dall’altro i caldi, ovverosia
quelli che ne avvertono, sia pure nelle maniere più disparate, la
forza. Al giorno d’oggi l’aspetto più singolare è che queste
linee distintive hanno poco da spartire con l’adesione o meno alla fede:
vi sono ‘credenti’ che non vogliono in alcun modo misurasi con l’Apocalisse
e ‘laici’ che ne sono grandemente attratti. Allo stesso modo, sull’uno
e sull’altro fronte, a letture catastrofistiche se ne contrappongono altre
speranzose o misticamente visionarie. In ogni caso, la conoscenza del testo
rimane presupposto fondamentale per essere pienamente caldi o freddi; oppure
per muoversi, con accresciuta consapevolezza, da una condizione di mediocre
tepore verso uno dei due estremi contrapposti. In definitiva, all’Apocalisse
canonica si sarebbe tentati di applicare la qualifica data dal suo autore
a un testo assai più moderno e non privo, a suo modo, di velleità
profetiche: "un libro per tutti e per nessuno".
Piero Stefani
Breve bibliografia per il Qohelet: E. Bianchi, Lontano da chi? Commento al Cantico dei cantici, Ruth,
Lamentazioni, Qohelet, Ester, Gribaudi, Torino 1984, pp. 145-190. -
E.J. Bickerman, Quattro libri stravaganti della Bibbia – Giona – Daniele
– Kohelet – Ester, Pàtron, Bologna 1979, pp. 151-179. - A. Bonora,
Qohelet,
la gioia e la fatica di vivere, Queriniana, Brescia 1987.
Breve bibliografia per l’Apocalisse: Il principale testo di riferimento è costituto da L’Apocalisse
di Giovanni a cura di E. Lupieri , Fondazione Valla / Arnoldo Mondadori
Editore, Milano 2000.
Informazioni Descrizione del luogo. Nel
cuore delle Dolomiti, lungo la valle del Boite, ai piedi del Pelmo e dell’Antelao,
si trova la località di Borca di Cadore, poco discosta dal paese
di Cortina d’Ampezzo; a 1000 mt. di altezza sorge il ‘Centro Turistico
Sociale Pio X’. La Casa, moderno riadattamento di un antico albergo di
lusso, è immersa in un vastissimo parco. Le camere (poche singole,
varie doppie e due camerate riservate ai giovani) sono tutte dotate di
servizi. L’aula per lo svolgimento delle lezioni e il ristorante sono all’interno
dell’edificio. L’ampia casa, a norma di statuto, persegue le finalità
della ‘Pastorale del Turismo’ e perciò, oltre a noi, sarà
frequentata anche da vari altri gruppi, dediti più alle escursioni
che allo studio.
Come e quando arrivare. Per chi viaggia in treno: scendere alla stazione di Calalzo, da lì un breve tratto in pullman pubblico (circa 20 km.) con destinazione Cortina e chiedere di scendere alla fermata della ‘Casa Pio X’. A ogni treno c’è la coincidenza. Chi viaggia in macchina privata troverà sugli Atlanti stradali le necessarie indicazioni per Borca di Cadore. L’arrivo è previsto per l’ora della cena del primo giorno (24 o 28 agosto) e la partenza dopo il pranzo del giorno di partenza (28 agosto o 1 settembre). Prezzi. La pensione completa per quattro giorni è di 176 euro a testa in camere doppie; di 240 euro in camera singola; di 144 euro a testa in camerata. L’iscrizione, non rimborsabile in caso di ritiro e valida per uno o per due seminari, è di 20 euro a persona e va versata entro il 30 giugno; la partecipazione a ogni singolo seminario è di 52 euro per i soci di Biblia e per i giovani, e di 72 euro per gli altri. |