Bibliografia
- BONSIRVEN, San Paolo, Epistola agli Ebrei, Ed. Studium,
Roma 1962 ; S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Omelie sull’Epistola agli Ebrei,
Edizioni
Paoline, Alba 1967; O. KUSS, La lettera agli Ebrei, Morcelliana,
Brescia 1966; B. LINDARS, La teologia della lettera agli Ebrei,
Paideia, Brescia 1993; M. MASINI, Ebrei. Messaggio ai cristiani,
Queriniana, Brescia 1985; C. SPICQ, L’Épître aux Hébreaux,
Paris 1977; A. VANHOYE, La structure littéraire de l’Épître
aux Hébreux, Desclée De Brouwer, Paris 21976; in it.
Struttura
e teologia nell’epistola agli Ebrei (pro man.), Roma 1988 ; ID., Cristo
è il nostro sacerdote, Marietti, Torino 1970; S. ZEDDA,
Lettera
agli Ebrei, Edizioni Paoline, Roma 31980.
“Una sola volta, alla pienezza dei tempi”: la lettera
agli Ebrei (25-29 agosto).
Relazione
“La Lettera agli Ebrei non è una lettera, non è
indirizzata agli Ebrei e non è di Paolo” : questo l’annuncio sconvolgente
con cui sono stati introdotti i lavori del secondo seminario estivo (25-29
agosto 2000) ad Abbadia San Salvatore. I relatori erano il professor Bruno
Corsani e il professor Piero Stefani; un intervento
è stato affidato a padre Paolo Giannoni.
Il professor Bruno Corsani, nelle prime due lezioni, ha introdotto
gli ascoltatori allo sviluppo del pensiero di Ebrei, e li ha informati
sulle più accreditate soluzioni dei problemi storici e letterari
( autore, data, genere di testo).
Ha poi esaminato le numerosissime citazioni della Scrittura d’Israele,
osservando che sono in generale indicate come parola vivente di Dio ( o
dello Spirito Santo) e non come “scritti” cartacei di autori storici.
Una lezione si è soffermata sulla definizione di fede in
Ebrei 11,1 e sugli esempi di fede proposti nel resto del capitolo 11, che
presentano la fede già come speranza ( e come impegno di fedeltà
determinato dalla speranza).
L’ultima lezione ha esaminato i brani esortativi ( parenetici) per
ricavarne, in negativo, quelle che l’autore riteneva essere le manchevolezze
dei suoi lettori, e in positivo la struttura dell’esortazione rivolta a
loro con diversi artifici pedagogici.
Nella tavola rotonda il relatore ha presentato la teoria del Sacerdozio
Universale dei credenti basandosi soprattutto su scritti di Lutero
( La libertà del cristiano e Come si debbano istituire
i ministeri nella chiesa).
Il professor Piero Stefani ha sottolineato l’originalità
teologica della lettera agli Ebrei e ha studiato le letture che ne sono
state fatte nella tradizione, in particolare quella dei Padri.
Sotto la veste di testo prevalentemente retorico ed esortativo,
Ebrei
è una testimonianza significativa, e per più aspetti drammatica,
di un modo in cui nella terza generazione cristiana si è cercato
di comprendere il senso e l’origine della propria fede.
Dalla scelta, compiuta dal testo, di presentare l’opera di Gesù
ricorrendo soprattutto alla figura del sommo sacerdote, deriva il modo
peculiare di Ebrei di declinare la prospettiva cristiana del “già”
e del “non ancora”.
Il compimento del sacrificio unico, perfetto e irripetibile, visto
però, nel contempo, come “più potente” di quelli di necessità
da ripetersi, prescritti dalla parola di Dio a Israele, diviene la maniera
specifica di Ebrei per esprimere la condizione di vita della comunità
credente tesa tra i due poli, contrapposti ma ineliminabili, del definitivo
e del provvisorio.
Nelle omelie di Giovanni Crisostomo sulla Lettera agli
Ebrei si rileva che, per il loro autore, il passaggio dalla fede ebraica
alla sequela di Cristo si configura come una rottura o un salto, insomma
come una conversione nel senso più radicale del termine. Il testo
è considerato una lettera, rivolta da Paolo ai giudeocristiani che
correvano il rischio di ritornare all’antica fede.
La voce di Giovanni Crisostomo appare come la testimonianza di un
tempo in cui il valore della tradizione ebraica come fondamento di quella
cristiana era profondamente misconosciuto.
Nel suo intervento introduttivo alla tavola rotonda, padre Paolo
Giannoni ha dato alcune indicazioni circa la dottrina concernente il sacerdozio
ordinato, dal concilio di Efeso fino ad oggi, e ha poi ricordato che la
concezione ierocratica della società cristiana, fatta derivare impropriamente
dalla Lettera agli Ebrei, viene messa in causa nei documenti del
Concilio Vaticano secondo.
A nostro modo di vedere, molto spazio, nelle relazioni e nei dibattiti
che ne sono nati, è stato dedicato al tema del sacerdozio nella
Lettera
agli Ebrei e nelle sue interpretazioni ( in particolare in campo cattolico
e riformato).
Forse altrettanto spazio avrebbe meritato il tema della fede, come
è sviluppato nel capitolo 11 ( mirabilmente esaminato dal professor
Corsani), tema che forse avrebbe potuto consentire più ricchi approfondimenti
di testi dell’antica alleanza e un più ampio coinvolgimento di tutti
i partecipanti.
Accanto a questo programma di studio sono state proposte delle
gite alla scoperta della regione dell’Amiata.
La prima, nel pomeriggio del 25 agosto, a Santa Fiora e ad Arcidosso,
ci ha permesso di ammirare le quattro belle ceramiche robbiane della pieve
delle sante Flora e Lucilla e la possente rocca degli Aldobrandeschi. Abbiamo
inoltre potuto visitare l’interessante museo dedicato, presso il municipio
di Arcidosso, a Davide Lazzaretti, il “profeta dell’Amiata”.
La mattina del 27 agosto ci siamo recati a San Quirico d’Orcia,
che ci ha rivelato il fascino degli Horti Leonini e dell’antica collegiata,
col suo misterioso bestiario scultoreo; di lì, passando per Montalcino,
abbiamo raggiunto l’abbazia di Sant’Antimo, splendido e imponenete esempio
di architettura romanica che ci ha accolti con la sua luce suggestiva e
con la sua liturgia gregoriana.
Nonostante il gran caldo, gli appuntamenti con lo studio biblico
e con le bellezze dei luoghi hanno suscitato interesse e piacere, in quel
clima di gioiosa amicizia che tanto caratterizza gli incontri di “Biblia”.
Amicizia che non livella le differenze e anzi dà spazio a confronti
schietti e vivaci, da cui emergono non di rado suggerimenti preziosi. Amicizia
che si fa carico anche di sofferenze e lutti, e che fedelmente custodisce
memorie.