SEMINARI ESTIVI

Istituto Emiliani, Fognano (Ravenna), dal 20 al 28 Agosto 2003

vedi appresso il Programma completo -

«Amate il bene e ristabilite nei tribunali il diritto» (Am 5,15): la denuncia dell’ingiustizia nella Bibbia.


1) Nel libro di Amos e in altri brani dell’Antico Testamento.

20-24 agosto. Relatore: padre Giovanni Rizzi, con interventi di rav Luciano Caro e della pastora Lidia Maggi.

2) Nella lettera di Giacomo e in altri brani del Nuovo Testamento.

24-28 agosto. Relatore: don Gilberto Marconi, con interventi della pastora Lidia Maggi e del prof. Paolo De Benedetti.


Vi sono almeno tre ordini di ragioni che inducono a partecipare a questi seminari estivi.

Innanzitutto il tema e i relatori. Amos e Giacomo sono testi particolarmente eloquenti di una sete di giustizia civile, sociale e individuale che pervade l’intero corpus biblico. Tra i molti modi in cui si può esprimere l’evidente attualità del tema uno appare particolarmente incisivo: «Frutto della giustizia sarà la pace» (Is 32, 17). La lettura integrale del libro di Amos, il più antico profeta scrittore, e della lettera di Giacomo, il testo più «giudaico» del Nuovo Testamento, permetterà poi di affrontare molte altre pagine bibliche di grande rilevanza.

L’esposizione e il commento di Amos e Giacomo saranno condotti da due profondi conoscitori della materia: padre Giovanni Rizzi e don Gilberto Marconi. La ricchezza dell’esegesi ebraica sarà esposta da due voci particolarmente autorevoli: rav Luciano Caro e Paolo De Benedetti. Alla vivace riflessione della pastora Lidia Maggi sarà affidato il compito di raccordare i due seminari leggendo e commentando altri brani biblici.

Il secondo motivo per venire è la località. A qualcuno questa indicazione può sembrare una forzatura propagandistica. Le cose non stanno così. Edificio storico ampiamente ristrutturato e circondato da un grande parco l’Istituto Emilani è molto confortevole, mentre l’aria collinare stempererà l’eventuale calura estiva. La località permetterà a molti di conoscere aspetti poco noti della Romagna «solatia dolce paese». Chi conosce l’importanza della vena del gesso che collega la suggestiva Brisighella con Tossignano? È forse esperienza di poco conto conoscere da vicino la produzione delle ceramiche faentine e compiere una guidata al grande museo che raccoglie pezzi di ogni epoca e provenienza? E una località come Bertinoro non è forse destinata a riservare piacevolissime sorprese?

Il terzo motivo può apparire più prosaico, ma anch’esso non è privo di obiettiva importanza: i costi del soggiorno all’Istituto Emiliani sono molto bassi.


Il programma completo, con la descrizione delle gite, la presentazione, la bibliografia, i prezzi e la scheda di iscrizione, sarà stampato sul prossimo numero del Notiziario. Anticipiamo queste notizie, perché il giornale arriverà più tardi del solito in quanto deve contenere le relazioni dell’Assemblea dei Soci del 9 maggio.


Ecco quindi ora il
Programma completo

SEMINARI ESTIVI
Istituto Emiliani, Fognano RA, 20-28 agosto 2003

Le date dei nostri seminari estivi sono anticipate di due giorni per questioni tecniche: speriamo che questo non sia un impedimento per nessuno: anziché dal 22 al 30 agosto infatti, avranno luogo dal 20 al 28 agosto. Trattano ambedue il tema della denuncia dell'ingiustizia nella Bibbia: il primo in particolare nel libro del profeta Amos, il secondo nella Lettera di Giacomo. La pastora Lidia Maggi raccorderà i due seminari leggendo e commentando altri brani sulla giustizia dall'Antico (il 24 agosto) e dal Nuovo Testamento (il 25 agosto).


"Amos, il pecoraio di Tekoa", 20-24 agosto.
Relatore: Prof. padre Giovanni Rizzi; visiting professor: rav Luciano Caro e pastora Lidia Maggi.
Nell’ambito di queste giornate faremo un percorso all’interno del libro del profeta Amos. Ci introdurremo gradualmente, partendo da uno sguardo più ampio sulla raccolta dei Profeti Minori ed evidenziando già in prima istanza l’intenzione dell’antica tradizione biblica di volerci lasciare del loro messaggio un’immagine positiva finale, nonostante le loro parole spesso severe e le immagini anche drammatiche. Seguiremo rapidamente la trasmissione della raccolta dei Profeti Minori nella tradizione biblica del periodo ellenistico-romano, tra i documenti del Mar Morto, nella tradizione giudaica di lingua greca e aramaica, fino a raggiungere l’epoca neotestamentaria e la tradizione cristiana, con particolare attenzione all’opera della scuola di Origene e della tradizione siriaca.
A questo punto ci rivolgeremo alle prospettive e ai risultati delle moderne scienze orientalistiche e bibliche, cercando di ricollocare i Profeti Minori, e soprattutto Amos, nel loro riscoperto contesto storico, rileggendone il messaggio alla luce degli antichi generi letterari.
Di Amos recupereremo le coordinate epocali: dai frammenti riguardanti la sua vicenda di uomo del sud, che lavora nel nord, all’esperienza del brusco “pecoraio” che però sa “fotografare” con rara abilità la situazione del paese, familiarizzato con la cultura scribale del suo tempo e col mondo del culto. Arriveremo così al cuore del messaggio della sua predicazione originaria, consegnata in un libro frutto di una lunga tradizione, ma ancora capace di svelare i conflitti tra il diritto della sua epoca e quello di Dio. “Ristabilire la giustizia” non era semplicemente tornare a una legislazione già nota, ma affrontare anche i vuoti legislativi e morali del suo tempo.
L’urgenza di questo “ristabilire la giustizia” risultava perciò tanto più impellente, quanto più, a giudizio di Amos, la sua generazione non avrebbe avuto molto tempo per farlo, anzi rischiava di scontrarsi irreparabilmente col “giorno del Signore”: una catastrofe inevitabile. Rifletteremo sul fatto se un giudizio così drastico, apparentemente non confortato dalla cronaca politica del suo tempo, sia semplicemente frutto di un “moralismo” legato a una tradizionale teologia dell’alleanza, o se non sottenda anche un’acuta percezione di una più vasta crisi in evoluzione nel Vicino Oriente antico.
Nell’attenta lettura dei brani più significativi circa il tema della giustizia in Amos, vedremo in primo luogo quanto la moderna ricerca biblica ci consente di comprendere del senso originario del testo, ma ci lasceremo anche condurre dalle antiche traduzioni e interpretazioni del libro di Amos in lingua greca e aramaica.
Sono inoltre previsti due interventi di rav Luciano Caro su "Amos nel midrash e nella liturgia ebraica" e su "La vocazione di Amos nella letteratura rabbinica".

Alcuni essenziali strumenti bibliografici fanno da guida in questo percorso biblico: S.P. Carbone – G. Rizzi, Il Libro di Amos. Lettura ebraica, greca e aramaica. Bologna : EDB, [1993]. P. Bovati – R. Meynet, Il libro del profeta Amos. Roma : Dehoniane, [1995]. P. Bovati, Ristabilire la giustizia : procedure, vocabolario, orientamenti. Roma : Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1997.
Altri commentari più di lettura più facile: A. Bonora, Amos, il profeta della giustizia. Brescia: Queriniana, 1979; N. Loss, Amos. Roma: Edizioni Paoline, 19842; J.A. Soggin, Il profeta Amos. Brescia: Paideia, 1982; G. Tourn, Amos, profeta della giustizia. Torino: Claudiana, 1972.



"Alle dodici tribù sparse nel mondo" la Lettera di Giacomo, 24-28 agosto.
Vai al testo della Lettera , così come è riportato nel sito web http://www.maranatha.it, che ringraziamo per la gentile concessione.
Relatore: Prof. don Gilberto Marconi; visiting professor: pastora Lidia Maggi e prof. Paolo De Benedetti.
Testo singolare, eppur ricco di paralleli con altri scritti neotestamentari, la lettera di Giacomo è spesso considerata in modo stereotipato come una specie di debole antitesi al travolgente e innovativo pensiero paolino. Specie a partire dall’età della Riforma, su Giacomo pesa questo confronto da cui non è più dato di prescindere. Se ne terrà conto; così come non si potranno ignorare le ricerche affascinanti e ancora in parte irrisolte relative alla paternità della lettera, al suo genere letterario (è davvero una lettera o è piuttosto un trattatello?) e alla sua struttura. Soprattutto, però, si cercherà di cogliere l’originalità di una proposta di fede fortemente legata all’operare.
Articolabile in tre grandi scansioni - accoglienza e attuazione della parola (1,21-27), la fede attiva e la vera sapienza (2,1-4,12), giusta relazione tra ricchi e poveri, regola della comunità (4,13-5,20) – la lettera di Giacomo testimonia una fede primitiva che può esprimersi pienamente e potentemente anche senza introdurre categorie forti di ordine teologico e cristologico. Questa mancanza, apparsa un tempo debolezza, per più aspetti appare oggi una ricchezza che invita a indagare sulla inestinta affinità che lega il cristianesimo alla sua matrice ebraica. Di ciò ci si potrà rendere particolarmente conto attraverso i tre interventi di Paolo De Benedetti dedicati a ‘Fede e opere nei Pirqè Avot’, 'Due tipi di fede: credere a e credere in' di M. Buber ', ‘Tentazione’. Nel Nuovo Testamento nessuno scritto eguaglia Giacomo nel vigore con cui si affronta il problema della giustizia sociale. Questa preoccupazione non è però un masso erratico in un contesto estraneo: gli interventi di Lidia Maggi daranno ragione della diffusa presenza di questo tema anche in atri brani neotestamentari.
La lettura e l’esegesi della lettera affidata a Gilberto Marconi si svolgeranno ripercorrendo e approfondendo sette argomenti principali. 1.Un’etica dell’interrogazione. La coscienza della propria debolezza impone all’uomo la domanda come atteggiamento nei confronti di Dio e della storia (Gc 1,2-12; 4,2s.; 5,13-20). 2. La lingua e le mani. Il silenzio su Dio e il recupero dell’identità dell’uomo nella memoria della propria origine creaturale (Gc 1,19-27; 3,1-12). 3. La fede come base dell’intelligenza ermeneutica della storia. La distinzione iniqua si oppone al giudizio di Dio (Gc 2,1-13). 4. La storia come criterio ermeneutico della fede. Il confronto tra Giacomo e Paolo in merito alle opere (Gc 2,14-26). 5. Capitalizzazione e fallimento delle capacità previsionali dell’uomo (Gc 4,13-17; 5,1-6). 6. La pazienza, ovvero la giustizia dell’attesa libera e confidente (Gc 5,7-12).7. La cristologia implicita e l’alterità di Dio (Gc 3,13-18; 1,14-18).
Breve bibliografia: Attinger D., La Lettera di Giacomo, Qiqajon, Magnano 1985. Balz H., Schrage W., Le lettere cattoliche, Paideia, Brescia 1978. Barsotti D., Meditazioni sulla lettera di Giacomo, Queriniana, Brescia 1986. Cimosa M., A confronto con la Parola. Lettera di Giacomo, LDC, Torino 1980. Fabris R., Lettera di Giacomo e prima lettera di Pietro, EDB, Bologna 1980. Maggioni B., La lettera di Giacomo, Cittadella, Assisi 1988. Marconi G., Lettera di Giacomo, Borla, Roma 1990. Michl J., Le lettere cattoliche, Morcelliana, Brescia 1968. Mussner F., La lettera di Giacomo, Paideia, Brescia 1970. Osculati R., Pietro e Giacomo. Letture dal Nuovo Testamento, IPL, Roma 1979. Schnider F., La Lettera di Giacomo, Morcelliana, Brescia 1992. Tasker R.V.G., L’Epistola di Giacomo, GBU, Roma 1982. Vanni U., Lettere di Pietro, Giacomo, Giuda, Ed.Paoline, Roma 1975. Id., Lettere di Pietro, Giacomo, Giuda, Queriniana, Brescia 1986. "I libri della Bibbia, Lettera di Giacomo e le altre Lettere cattoliche, con prefazione del Dalai Lama e appendice storico-critica di A. Cini Tassinario, Einaudi, Torino 2000.


RELAZIONE
SEMINARI ESTIVI
Istituto Emiliani, Fognano (Ravenna), 20-28 agosto 2003


Nella mistica atmosfera dell'ottocentesco poderoso collegio convitto Emiliani, a Fognano, vicino a Brisighella, al rintocco delle campane della torre nel grande cortile, si sono svolti i due seminari estivi del 2003. È sempre un piacere conoscere e approfondire, ma in questo caso studiare, i testi biblici con l'aiuto indispensabile di relatori famosi e attenti, cattolici, riformati, ebrei, laici; e non solo: è stata per chi scrive un'esperienza di grande spessore. Certo, ci si rende conto che non bastano anni per leggere la Bibbia e capirne i tanti significati; tanti quanti sono i punti di vista dei lettori. Tante sono poi le traduzioni (tradimenti?) del testo originale; tante le interpretazioni, che neppure una (o più) accurata esegesi linguistica può ridurre ad un unicum.
In questi giorni passati veloci come il vento, nonostante i contenuti così impegnativi, in compagnia di persone gentili e unite dal medesimo interesse, due sono stati i testi fondamentali affrontati: "Amos, il pecoraio di Tekoa" e "Alle dodici tribù sparse nel mondo: la Lettera di Giacomo". Non è intenzione di chi scrive fare un preciso resoconto delle molte e interessanti relazioni, ma soltanto esporre talune impressioni; siano perdonate eventuali inesattezze e imprecisioni.
I temi affrontati non sono tra i più facili o i più conosciuti. Per l'Antico Testamento viene proposta l'attività profetica di Amos, diventato, da piccolo possidente agricolo, uno dei più noti e antichi profeti scrittori (anno 750 a.C.), che iniziò a predicare in Samaria contro le ingiustizie delle classi alte nei confronti dei più poveri. Padre Giovanni Rizzi ci ha fornito un’accurata e dettagliata esegesi del libro di Amos con particolare attenzione alle traduzioni aramaiche e greche del testo. Poi, il rabbino capo di Ferrara, Luciano Caro, si è soffermato sulla tradizione ebraica dei dodici profeti minori e in particolare su Amos. La pastora battista Lidia Maggi, con passione e intelligenza, ha commentato la storia di Amos, insegnandoci che la giustizia è solo in Dio e che lo scopo della giustizia è ristabilire la giusta relazione tra le parti contendenti. Ancora: la giustizia sociale è radicata in Dio, fondata su Dio.
Per il Nuovo Testamento, la lettera di Giacomo con i suoi insegnamenti è stata magistralmente spiegata, dal punto di vista esegetico, da don Gilberto Marconi; testo in cui domina l'incertezza del domani e la condanna dei ricchi. Molti i temi toccati: dalla legge, come indivisibile volontà di Dio, alla misericordia superiore al giudizio, alla fede che non può esistere senza le opere. E poi, il tema della pazienza e della fede nel Signore. Infine le ampie relazioni di Paolo De Benedetti, dove si prospetta una visione eloquente della relazione tra ebrei e gentili. Dalle dottrine noachiche (di Noè), ai due tipi di fede secondo l'ebraismo e secondo il cristianesimo, al rapporto fra credere e potere, ai precetti come recipienti concreti della gloria di Dio. Infine, il tema della tentazione, nei suoi molteplici risvolti ed accezioni.
I seminari sono stati anche allietati da tre bellissime gite: una nelle valli di Comacchio al tramonto, una alla splendida Ravenna, la terza a Faenza. E che dire di Brisighella by night?
Paola Barile


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