"Crescete e moltiplicatevi"
Amos Luzzatto "'we-sharetsu 'al ha-arets — ufru u-rvu 'al ha-arets". Del resto, ne abbiamo una conferma in Esodo 1, 12: "Per quanto lo opprimessero, altrettanto esso (leggi: Israele) aumentava di numero (yirbu) e dilagava (yifrots). Vi è dunque, implicita nella benedizione di pru u-rvu la sollecitazione a diffondersi sulla Terra. Ma diffondersi: solo orizzontalmente o anche verticalmente? Invadere nuove aree o dare vita a grandi città, a concentrazioni di popolazioni? La Bibbia pone, per la verità, anche questo problema, con l'episodio della Torre di Babele, primo grattacielo della storia umana, che viene palesemente condannato. Dunque, la preferenza netta che ci trasmette il testo biblico è per la diffusione sul territorio, non per le grosse concentrazioni. Incidentalmente, con questo episodio la Bibbia parrebbe suggerirci che non sarebbe la dispersione orizzontale quella che genera il plurilinguismo, ma al contrario: verrebbe prima la differenziazione linguistica, poi da questa deriverebbe di necessità la spinta a disperdersi . Non è detto che si debba accettare questa ipotesi, ma certamente è un concetto che fa riflettere. Ma, come abbiamo detto, la stessa crescita malthusiana non può protrarsi all'infinito; in effetti, a partire da un certo momento, il tasso di crescita non si mantiene costante ma si riduce, sia perché cala la natalità sia perché aumenta la mortalità. La curva di crescita della popolazione non è più una esponenziale ma mostra una caratteristica forma a "S", che si chiama "curva logistica". Essa ci insegna che una popolazione, supposta isolata, si autolimita nel suo accrescimento. Una popolazione piccola ha una crescita esplosiva, perché può ancora trovare abbondanza di mezzi di nutrizione; ma più cresce più tende a stabilizzarsi attorno a una dimensione numerica costante. Riassumendo:
la crescita della popolazione ha dei limiti. Il limite di stabilità nel
tempo, cui tende una popolazione supposta isolata, su un territorio dato,
ma poi, anche un limite nello spazio, perché se è vero, biblicamente,
che la benedizione-augurio di Dio all'uomo è di riempire la Terra,
ne deriva che, poiché la Terra stessa non è infinita, è "riempibile";
dunque, il pru u-rvu avrebbe un limite intrinseco.
Ma perché colpire solo i maschi? Perché "se dovesse verificarsi una guerra, [gli ebrei] potrebbero aggiungersi ai nostri nemici, combattere contro di noi e poi andarsene dal Paese" (Es 1, 10). Il Faraone avrebbe dunque previsto una guerra non prima di una quindicina d'anni (il tempo perché i neonati di allora diventassero adulti atti alle armi); ma in questo caso, avrebbe dovuto uccidere subito tutti gli ebrei maschi; eppure non risulta che fosse stato emesso alcun ordine in questo senso, che fra l'altro lo avrebbe privato immediatamente di schiavi preziosi.Si tratta palesemente di una scusa per giustificare una misura crudele che serviva a ben altro scopo. Il Faraone sapeva che il suo ordine non sarebbe stato eseguito nella totalità dei casi, tanto è vero che egli non prende alcuna misura punitiva nei confronti delle ostetriche (mentre il Signore Iddio addirittura le premia: Es 1, 16-22) limitandosi a ribadire l'ordine della soppressione dei maschi a tutto il suo popolo, con un'ovvia minore probabilità di successo. Lo scopo vero poteva essere solo la riduzione della popolazione ebraica, abbattendo drasticamente il numero delle possibile coppie fertili per il futuro; forse era questo addirittura una specie di sanguinario controllo delle nascite. Né il Faraone temeva così di perdere braccia lavoratrici, perché era pronto a risolvere il problema aumentando lo sfruttamento e la produttività di quelli che restavano (Es 5, 7-19). La permanenza degli ebrei in Egitto è caratterizzata da due fasi. Una prima fase benefica, con apparenti rapporti indifferenti con gli egiziani, abbondanza di cibo e condizioni adatte alla crescita della popolazione. Poi, una fase conflittuale, nella quale parrebbe interesse egiziano che gli ebrei aumentassero di numero, quanto basta per poter essere spremuti come schiavi, ma non tanto da poter rappresentare una minaccia. In termini moderni, siamo di fronte a una dinamica che coinvolge due popolazioni, con un rapporto dapprima indifferente, poi conflittuale. Ma se la conflittualità dovesse comportare la scomparsa della popolazione oppressa, andrebbe in crisi anche l'oppressore, in maniera non molto dissimile da quella per la quale una specie predatrice non può consumare totalmente la specie predata.Se andiamo avanti nella lettura della Bibbia, cozziamo con un altro problema, quello delle dimensioni del verbo rvu, "moltiplicatevi". Si ha l'impressione che sia molto difficile, per non dire impossibile, al di sopra di un certo numero, peraltro non specificato, continuare il conteggio. (Genesi 41, 49). E' come se, a partire da un certo numero, molto grande, cambiasse la qualità stessa del numero 3. Lo yissafer me-rov, "non può essere enumerato tanto è grande" (Genesi 16, 10 e 32, 13; I Re 3, 8 ; II Cr. 5, 6). In altri passo, la radice SFR è accoppiata alla radice MNH. ( I Re 8, 5; Osea 2, 1) ma MNH e manah non significa soltanto "numero" ma anche "insieme", in senso classificatorio, come in Isaia 53, 12; vorrebbe dire "essere incluso nella categoria di..., essere enumerato fra..."; del resto anche in ebraico moderno, "essere entrato di minyan significa "appartenere all'insieme degli ebrei maggiorenni". A meno che, s'intende, lo jissafer me-rov non si debba tradurre che "non debba essere enumerato, perché è molto grande". Mi pare poco verosimile, ancorché grammaticalmente sostenibile. Gli usciti dall'Egitto sarebbero stati (Esodo 38, 26) 630.550 maschi sopra ai 20 anni. Nelle pianure di Moav, poco prima di entrare nella Terra promessa, (Numeri 26, 51) essi sarebbero stati 601.730. Nel censimento davidico, secondo II Samuele 24, 9, sarebbero stati 800.000 di Israele e 500.000 di Giuda, in totale 1.300.000 uomini atti alle armi; ma i dati riferiti per il medesimo episodio da I Cronache (21, 5-6) sono di 1.100.000 di Israele e 470.000 di Giuda, in totale 1.570.000, senza contare le tribù di Levi e di Beniamino che non erano state censite. Le discrepanze sono troppo grandi per rendere attendibili questi numeri, che comunque appaiono francamente esagerati. Ma nulla poteva interessare meno gli ebrei dei tempi biblici che la precisione scientìfica. Quello che a loro interessava era semmai rispondere alla domanda: pru u-rvu è una legge di natura, un auspicio augurale o una precisa volontà divina alla quale il fedele deve attenersi? In questo caso, e forse non solo in questo, essi rispondevano che era una legge di natura voluta da Dio, dalla quale ci si allontanava per colpa della malvagità umana. Ne derivava in ultima analisi che pru u-rvu era un dovere, una mitzwà.Concluderei pertanto presentandovi un brano talmudico (TB Berakhot 10a): "In quei tempi si ammalò gravemente [il re] Ezechia; andò da lui il Profeta Isaia figlio di Amotz e gli disse: "fai testamento per la tua famiglia, perché stai per morire e non sopravviverai (Isaia 38, I): "Muori" in questo mondo e "non sopravviverai" nel mondo a venire. Gli disse [il re]: perché tutto ciò? Gli disse [il profeta]; perché non ti sei occupato di [adempiere] al "crescere e moltiplicarsi", [il re non era neppure sposato]. Gli disse [il re]: perché avevo visto per ispirazione divina che mi sarebbero nati figli indegni. Gli disse [il profeta]: perché ti occupi dei misteri di Dio? Ciò che ti è stato comandato devi farlo e devi eseguire ciò che desidera il Santo-Benedetto-Sia. Gli disse [il re]: allora, dammi [in sposa] tua figlia; forse per i meriti miei e tuoi ne verranno figli degni. Gli rispose [il profeta]: ormai la tua sorte è stata decisa. Gli disse [il re]: figlio di Amotz! Concludi la tua profezia e vattene! Dal padre di mio padre mi fu insegnato: anche se un spada affilata è posta sul collo di una persona, questi non deve rinunciare a invocare la clemenza divina. Si dice anche che questa frase fosse stata ripetuta assieme da R. Yochanan e da R. Eliezer, a commento del verso di Giobbe 13, 15,: Quand 'anche [Dio] mi stesse uccidendo, in Lui confiderei." ___________________________________________________________________ 2 Per il tasso annuo di incremento, r, con N(0) la popolazione iniziale, N(t) quella finale ed "e" la base dei logaritmi naturali, la crescita malthusiana darebbe : N(t) = N(0).e^rt, cioè 600000 = 70.e^r.4OO. Passando dai numeri ai logaritmi e risolvendo per "r", otterremmo 0,02 . 3 Noi conosciamo i numeri naturali, gli interi, i razionali, i numeri reali e i numeri complessi; la Bibbia pare conoscere una specie di "gigantonumeri", di fronte ai quali non sa come procedere. |