- Questo è un esempio di come BIBLIA si rapporti al Cinema: quello con la "C"-

GESU' SECONDO DREYER

Il progetto di questo film, che se fosse stato realizzato sarebbe tuttora una delle più grandi opere nella storia del cinema, fu lungo e terribilmente sofferto per il regista danese Carl Théodor Dreyer (Copenhagen, 1889-1968). La prima idea era venuta a Dreyer subito dopo la realizzazione del film
La Passione di Giovanna d'Arco, ovvero intorno al 1928-29. Dreyer aveva già dedicato a Gesù un episodio del suo film Pagine del libro di Satana (1919) che era una versione negativa del capolavoro di Griffith, Intolerance (1916). Una prima testimonianza si ha nel 1935, in una lettera in cui Dreyer critica nel suo film proprio il ritratto di Gesu, accusandosi di oleografismo e teatralità:
«Bisogna creare un personaggio nuovo e originale, che si imponga abbastanza da poter eliminare le rappresentazioni da oratorio a partire dalle quali la gente costruisce di solito la sua immagine di Cristo». Nacque così una prima redazione negli anni Trenta, ispirata all'opera dell'esegeta ebreo Joseph Klausner. Nel 1949 Dreyer conobbe negli Stati Uniti il produttore Blevins Davis, che gli diede la possibilità di scrivere la sceneggiatura e di fare i primi sopralluoghi, ma che avrebbe anche poi disatteso tutti gli impegni e vincolato moralmente e legalmente il regista danese, con la più triste beffa di tutta la storia del cinema.
Dreyer andò in Palestina e lavorò con 1'architetto archeologo Jonathan Rothschild, tornò negli USA da Davis e scrisse la sceneggiatura che, ritornato in Danimarca, sottopose a un altro esegeta ebreo, Solomon Zeitlin. Nel 1951 però arrivarono i primi rinvii da parte di Davis, che per ben quindici anni avrebbe tenuto il regista danese sulla corda, promettendo sempre e non iniziando mai, fmo a rinunciare definitivamente ai suoi diritti solo nel 1965, dopo essere scappato a Lima, in Perù, perseguitato dai creditori.
In quei quindici anni Dreyer, sempre fiducioso e pieno di speranza, raccolse una quantità impressionante di materiali: studiò la storia romana ed ebraica, imparò I'ebraico moderno e quello antico, deciso comunque a far parlare i suoi personaggi in latino e in aramaico, raccolse al British Museum una vastissima documentazione iconografica, che spedìa Tel Aviv, tenendo sempre pronta la valigia per partire. Nel frattempo realizzò solo tre film, a distanza di dieci anni uno dall'altro: Due esseri umani (1944), Ordet (1954), e Gertrud (1964). Deluso e stanco, all'eta di settantotto anni, abbandonò la lotta per realizzare il film. Fortunatamente ci rimane la sceneggiatura dalla quale possiamo solo farci una vaga idea del suo Gesù, che sarebbe stato non solo una grandiosa difesa della cultura ebraica, ma anche un'umanizzazione del Messia e una riflessione sul rapporto fra fede e ragione.
                                                                                                                            Sandro Bernardi

TESTI

Nota introduttiva

La rilettura dei vangeli proposta da Dreyer è molto originale, egli deriva il suo materiale da tutti e quattro i vangeli riorganizzandolo liberamente secondo ben precise linee interpretative. Esse possono essere schematicamente riassunte così:
a) Gesù è colui che attraverso le sue parole porta all'umanità intera la buona novella dell'amore e della carità annunciate già dai profeti biblici;
b) il movimento dei rivoluzionari zeloti cercò di sfruttare la popolarità di Gesù per i suoi fini;
c) il mondo ebraico contemporaneo a Gesù era molto vario, vi furono gruppi a lui avversi ma si trattava di una forma di `normale' polemica fra diversi orientamenti;
d) la dec.sione di mettere a morte Gesù è imputabile tutta alle autorità romane e fu decisa fin dall'inizio da Pilato.
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Commento
   Il giorno seguente Gesù andò a Gerusalemme, a cavallo di un'asina - adempiendo così le parole del Profeta: Il tuo Re viene a te, mansueto e montato sopra un'asina.

   Gesù ha scelto deliberatamente la sua cavalcatura per 1'ingresso in Gerusalemme. Sin dai tempi        antichi si erano serviti dell'asino i personaggi piu illustri: re, giudici e profeti.
Per un re significava venire nella pace. Era perciò comune attesa che anche 1' Unto del Signore giungesse alla Città Santa a cavallo di un'asina, preferita per il suo passo leggero e tranquillo.
Il primo piano si dissolve nell'inquadratura dell'asina bianca che allatta la sua creatura. L'animale è legato all'incrocio di due strade. Accanto vi sono alcune persone.
Due discepoli di Gesù, Giacomo e Taddeo, si avvicinano all'asina e al suo puledro e li sciolgono. Il padrone delle bestie, vedendo il gesto dei discepoli, si precipita su di loro.

IL PADRONE  Perché li slegate?
GIACOMO  Gesù di Nazareth ne ha bisogno.
IL PADRONE  Per che cosa?
TADDEO Oggi entra in Gerusalemme.
GIACOMO Solennemente.
IL PADRONE Prendeteli.
GIACOMO Li restituiremo questa sera.

    I due si allontanano con gli animali.
    La processione con Gesù in testa, circondata da un gregge di pecore. La gioia dei galilei ha eccitato gli animi dei pellegrini in processione e dei discepoli: 1'entusiasmo dilaga rapidamente. Su ogni bocca sono parole di lode: si parla di Gesù come dell' atteso Messia. Agli occhi dei discepoli la processione è diventata una marcia trionfale, che supera le più ottimistiche previsioni. Dando sfogo al loro entusiasmo, a lungo e impazientemente represso, uniscono le loro voci alle grida della folla.

VOCI  Osanna al Figlio di Davide.
    Benedetto il Regno del nostro Padre Davide.
    Osanna all'Altissimo.
    Benedetto sia colui che viene nel nome del Signore. Benedetto il Regno che viene.
    Pace in Cielo e Gloria all'Altissimo.

    Occorre precisare che «Colui che viene nel nome del Signore» è il Messia. Tutti i giudei conoscevano questa terminologia.
Dissolvenza sulla scena seguente.
Tre anziani sul ciglio della strada. Potrebbero essere « i tre saggi d'Oriente ».
Quando Gesù si avvicina loro, si inginocchiano e piegano il capo.
Le grida della scena precedente continuano in questa e nella scena seguente.
Dissolvenza sulla scena seguente.
La processione arriva a un bivio. Mentre la processione prosegue per la strada principale il pastore prende una strda laterale, camminando in testa al gregge. Nel congedarsi da Gesù grida.

PASTORE Osanna al Figlio di Davide.

    I discepoli ripetono il suo saluto.
Adesso che il pastore si è allontanato, i farisei riescono ad avvicinarsi a Gesù. La sua pubblica proclamazione di Messia sembra loro cosa molto pericolosa, date le possibili conseguenze politiche per la nazione e quelle personali per lo stesso Gesù. Né pare loro scusabile che Gesù permetta ai suoi seguaci di rivolgersi a lui in quei termini. Per questo motivo si sentono autorizzati a rivolgergli un appello.

PRIMO FARISEO Maestro, rimproverali!

    Fino ad ora Gesù è rimasto silenzioso e accigliato. E' come se 1'intera processione fosse un sogno e lui avesse solo consentito alle lodi. Ma non era quello affar suo? Si rivolge ai farisei.

GESU' Io vi dico, che se costoro si tacciono, le pietre grideranno.

    Vedendo che Gesù non si oppone all'omaggio che gli viene tributato, i discepoli e i pellegrini esprimono di nuovo ad alta voce le loro lodi e continuano ad agitare i rami.
Una lenta dissolvenza sulla scena seguente.
Primo piano della mano di una ragazza che agita ramoscelli. Nuova dissolvenza.

    L'interno di una cava sotterranea di pietre bianche di re Salomone, non più in uso ai tempi di Gesù.

Commento
    Nel contempo rivoluzionari venuti da tutta la Palestina si incontrarono segretamente nelle cave di re Salomone. Si era sparsa la voce che Gesù stava per fare il suo ingresso in Gerusalemme come Messia. l rivoluzionari, che erano costantemente alla ricerca di un mezzo per liberarsi dai romani, non erano disposti a lasciarsi sfuggire l'occasione.

    Un centinaio di giovani e accesi rivoluzionari si è radunato per udire le notizie appena giunte da Betania. Gli uomini sono in piedi o seduti su blocchi di pietra quadrati, sparsi ovunque sul pavimento della cava. In un certo punto le pietre sono ammucchiate in modo da formare un pulpito.
All'inizio della scena un uomo sta scendendo dal pulpito e un altro, il capo, sta per salirvi. Inizia subito a parlare.

IL CAPO Voi chiedete un piano. Noi abbiamo un piano. E se noi riusciamo, Gerusalemme sarà in mano nostra prima del tramonto.

    Due giovani pellegrini galilei, che sono stati mandati a controllare le dimensioni della processione di Gesù e le accoglienze della popolazione, entrano in fretta nella cava, senza fiato.
Il capo chiede loro di fare un rapporto. Ansiosi di raccontare le notizie e di incoraggiare gli altri compagni del «movimento clandestino», incominciano tutti e due a parlare contemporaneamente.

PRIMO GALILEO Sta entrando in città come il Messia.
IL CAPO Davvero?
PRIMO GALILEO Davvero.
SECONDO GALILEO E la folla è entusiasta.
PRIMO GALILEO Andiamo a incontrarlo.
SECONDO GALILEO E subito. Non abbiamo tempo da perdere.
IL CAPO Battiamo il ferro finché è caldo.

    La maggior parte degli uomini si è alzata e si raduna intotno al capo.

IL CAPO Armiamoci di coraggio. Moriremo, se è necessario, ma non comportiamoci da codardi.
PRIMO GALILEO Venite. Andiamo a sollevare la città.

    A poco a poco quelli che avevano ancora dei dubbi si sono uniti al gruppo che segue il capo; persino gli scettici paiono persuasi. Una lenta dissolvenza mentre gli uomini si allontanano in piccoli gruppi.
La mano di una ragazza che agita ramoscelli. Il rumore delle voci festanti che lodano Dio è ancora cresciuto.
Una lenta dissolvenza.
La processione, guidata da Gesù, sta attraversando il ponte sul ruscello Kidron, allora già in secca.
L'entusiasmo dei partecipanti è, se possibile, ancora maggiore. Tutti credono che Gesù è il Figlio promesso di Davide. Si è accesa la speranza che il giomo della liberazione sia prossimo. Gesù è sicuramente il Messia che doveva venire ad istituire il Regno di Dio, promesso dai Profeti.
Dissolvenza sulla scena seguente.

    La Porta dell'acqua a Gerusalemme, a sud della zona del Tempio, si apre sulla strada che conduce a Betania. E inquadrata dall'esterno. Una gran folla esce incontro a Gesù per augurargli il benvenuto. Si tratta per la maggior parte di pellegrini. I rivoluzionari, secondo il loro piano, si sono mescolati alla folla. Era usanza del popolo di Gerusalemme andare incontro alle carovane e alle personalità di riguardo. II benvenuto dato a Gesù è più caloroso ed entusiastico di quelli ordinariamente attribuiti ai pellegrini. Ciò era in parte dovuto agli sforzi dei rivoluzionari. Dissolvenza sulla scena seguente.
Un primo piano della testa di un asinello che Irotta paziente-mente dietro sua madre.
Dissolvenza sulla scena seguente.
La cima di una palma. Uno dei rivoluzionari (di cui si riconosce il volto) è salito sull'albero e sta tagliando rami, che porge al capo: questi li distribuisce a sua volta agli altri del gruppo. Nel medesimo tempo impartisce istruzioni.

IL CAPO ... e ricordate: quando io faccio un segnale incominciamo a cantare l'Alleluia.

    Agitare rami di palma era un segno di benvenuto riservato ai re e alle persone importanti.
Dissolvenza sulla scena seguente.
Di fronte a una casa che guarda la strada, un vecchio patriarca dalla barba bianca sta montando su un cammello inginocchiato. Sale proprio mentre sta passando la processione con Gesù «mansueto e montato sopra un'asina». Il patriarca si unisce alla processione.
Dissolvenza sulla scena seguente.
Una ripresa laterale dal basso della strada su cui passerà la processione. I rivoluzionari e i pellegrini, usciti dalla città, spargono rami di palma sulla strada, che si trasforma in un tappeto verde. Infine i due gruppi si incontrano; quello venuto dalla città saluta Gesù con grida di osanna. Ora la situazione è mutata: Gesù non è più soltanto acclamato Figlio di Davide, ma anche e apertamente re dei giudei.

VOCI Benedetto il re dei giudei.
    Benedetto il re che viene nel nome del Signore.

    Anche questo era dovuto all'opera dei rivoluzionari. Dissolvenza sulla scena seguente.
Una ripresa dal fianco dell'asina verso il punto in cui si vede il capo dei rivoluzionari far segno ai suoi seguaci di intonare l'Alleluia. Questi salmi venivano cantati in talune solenni feste religiose e come benvenuto alle carovane dei pellegrini. Il canto dell'Alleluia, insieme alle grida di osanna e all'agitare dei rami di palma aveva un profondo significato. I salmi erano costituiti da un'antifona cantata alternatamente da voci diverse.
I due gruppi, riuniti in una sola folla, riempiono I'aria con il loro canto.
Dissolvenza sulla scena seguente.
Un primo piano di Gesù. Ha le lacrime agli occhi. Piange alla vista di Gerusalemme, la città votata alla distruzione? Oppure è commosso dai canti e dalle grida di gioia che lo salutano? O avverte che il pericolo a cui va incontro entrando in Gerusalemme è ormai prossimo e che le grida dei pellegrini che lo acclamano re dei giudei aumentano il rischio?
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Commento
    I tumultuosi incidenti de1 cortile dei gentili furono presto noti al palazzo del sommo sacerdote, che, temendo rappresaglie da parte del governatore romano Pilato, convocò il consiglio privato per una riunione immediata.

    Il palazzo di Caifa. Il tablinarium. Il consiglio privato.

PRIMO ALTO SACERDOTE Se lo lasciamo fare, Pilato ci toglierà i pochi privilegi che ci sono rimasti.
SECONDO ALTO SACERDOTE Mi domando se e al corrente di quello che sta succedendo.
CAIFA Puoi essere certo.
SECONDO ALTO SACERDOTE Andiamo a dire a Pilato quello che noi sappiamo. La nostra condotta sarà chiara e non ci attireremo la sua ira.
NICODEMO Faremo di noi le sue spie?
FARISEO Anche se non siamo sempre d'accordo con Gesù, dopo tutto egli è uno del nostro popolo.
GIUSEPPE D'ARIMATEA E' un buon giudeo.
GAMALIELE Naturalmente noi prenderemo le sue difese.
CAIFA Per quanto è possibile.
    Entra un servo che porge a Caifa una tavoletta di cera.
SERVO Un messaggio da parte del governatore.
    Caifa slega la tavoletta e la legge.
CAIFA Sono atteso immediatamente, come ci si poteva aspettare.
    Indica il primo alto sacerdote, Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea.
CAIFA Tu, tu e tu venite con me.
    E rivolgendosi agli altri aggiunge:
CAIFA Sarebbe meglio vi fermaste fino al nostro ritorno, in caso avessimo da prendere una decisione importante.

    Lascia la stanza con il suo seguito. Dissolvenza sulla scena seguente.
Pilato risiede nel palazzo di Erode.
Caifa entra in una stanza adibita alle udienze. Pilato sta parlando con il suo cancelliere ed alcuni segretari che hanno appena posato su un tavolo alcuni rotoli di papiro.
Il mobilio è di provenienza romana. La scena è illuminata da lampade ad olio in argento e bronzo e dalla carbonella che arde nei bracieri.
La conversazione tra Pilato, Caifa e i suoi tre consiglieri ha luogo in greco.
Per Pilato, il caso di Gesù è solo una faccenda di ordinaria amministrazione, uno di cento consimili episodi presto dimenticati.
Ha in mano un pezzo di papiro che ha appena ricevuto da uno dei segretari, e invita a sedere il sommo sacerdote e il suo seguito. Rimane in piedi davanti a loro.

PILATO E' a causa di questo...
    Guarda il pezzo di papiro che ha in mano.
PILATO ... Gesù di Nazareth che vi ho chiamati. Voi probabilmente pensate che io non sappia nulla di ciò che succede in questa città, ma, credetemi, io so. Gli uomini al mio servizio non sono ciechi né sordi. Questo...
    Deve consultare di nuovo il papiro.
PILATO ... Gesù di Nazareth è stato osservato attentamente per mesi. Nulla mi è tenuto nascosto e sono ampiamente informato... (Con enfasi) Questo uomo deve essere eliminato prima della Pasqua. E' tempo di festa. Non correrò rischi. Intesi?
    Dopo un breve silenzio Nicodemo prende la parola.
NICODEMO Posso dire qualche parola?
    Pilato annuisce.
NICODEMO Sei in errore se pensi che egli agisca sediziosamente contro le autorità romane. Non ha mai avuto niente a che fare con la politica.
GIUSEPPE D'ARIMATEA Ad ogni modo è solamente un fanatico religioso.
PILATO I fanatici sono sempre pericolosi.
CAIFA Sono d'accordo, ma per conto mio la miglior cosa è di lasciarlo stare per qualche tempo. Noi stessi siamo stati provocati da lui ma pensiamo che col tempo il popolo si allontanerà da lui e lo dimenticherà. Ha già perso parte della sua popolarità.
PILATO I suoi seguaci lo hanno salutato re.
PRIMO ALTO SACERDOTE Egli non si è mai proclamato re.
PILATO Forse no. Oggi il popolo lo segue. Domani lo costringerà a seguirlo. Quello è il pericolo. Io conosco la gente che lo segue.
CAIFA Tu lo sopravvaluti. E' un visionario, un sognatore.
PILATO Che sogna un regno.
NICODEMO Un regno di Dio, non un regno politico: un regno spirituale.
PILATO (accigliato) Per me un regno è un regno e un re è un re. A parer mio quest'uomo è un ribelle.
NICODEMO Non ne hai le prove.
PILATO Egli è sospetto e ciò è abbastanza. E' mia volontà che sia arrestato e portato da me prima della festa: ciò significa non più tardi di domani sera.

    Caifa e i suoi tre consiglieri sono allarmati. Per un attimo rimangono senza parole. Caifa finalmente interviene.

CAIFA Ma ciò è impossibile.
PRIMO ALTO SACERDOTE Arrestarlo alla luce del giorno significherebbe combattere, uccidere e spargere sangue.
PILATO Allora di notte. Dove trascorre la notte?
NICODEMO A Betania.
PILATO Allora prendetelo là.
NICODEMO Non sarà facile mettergli le mani addosso.
PILATO Perché?
NICODEMO Ha molti amici a Betania.
CAIFA Perché ti deve essere portato domani invece di qualsiasi altro momento più favorevole?
PILATO Perché ho avuto informazioni attendibili che i pellegrini hanno progettato una dimostrazione pubblica in suo favore.
CAIFA (sinceromenre stupito) Quando?
PILATO Il primo giomo di festa, dopodomani.
CAIFA Questa è una sorpresa per me.
PILATO Non per me. Sono perfino a conoscenza che hanno progettato di dar fuoco alla città. Ma io mi affido a voi fino a domani sera. Se non me lo avrete consegnato per allora, prenderò la faccenda nelle mie mani.
CAIFA Cio è contrario all'editto di Cesare.
PILATO Non in caso di ribellione.
NICODEMO Ma egli non èun ribelle.

    Pilato finge di non aver udito 1'ultima affermazione di Nicodemo e si rivolge a Caifa.

PILATO Domani sera.
GIUSEPPE D'ARIMATEA Cosa intendi fargli?
PILATO Farò in fretta. Lo crocefiggerò. Cos'altro?

    Per un attimo vi è profondo silenzio. Caifa sta meditando il da farsi.
Gli altri attendono ansiosi la sua decisione.

CAIFA Abbiamo sempre cercato di venire a un compromesso con voi.
PILATO Volere è potere.
CAIFA In questo caso agiremo in buona fede. Emetteremo un ordine in modo che tutti coloro che sanno dov'è Gesù dovranno informarci e poi la guardia del tempio potrà prenderlo da sola.
    Nicodemo e Giuseppe d' Arimatea si guardano sorpresi e turbati. Pilato scuote le spalle come a dire: «Questo non è affar mio, ma vostro».

PILATO Come volete.

    Fa cenno che 1'udienza e terminata.
Caifa e i tre consiglieri lasciano la stanza. Dissolvenza sulla scena seguente.

(Una valutazione imparziale della personalitàdi Pilato è possibile solo se si prende in considerazione il contrasto tra la concezione romana e quella ebraica del rapporto tra stato e individuo. Per i romani era di massima importanza lo stato, per gli ebrei 1'individuo. Un'analogia con i nostri tempi aiuterà a capire la condanna di Pilato. Come govematore romano, Pilato era colpevole dello stesso genere di corrotta amministrazione dei governatori di Hitler inviati nei paesi europei occupati; ognuno era pronto a reprimere in modo brutale e avventato qualsiasi segno di rivolta popolare. Anche Pilato era condizionato da un maniaco. La filosofia della legge che gli era stato ordinato di seguire era questa: meglio far morire dieci innocenti che lasciar scappare un solo colpevole. L'evidenza storica è d'accordo nel caratterizzare Pilato come un uomo duro e intransigente, la cui natura sospettosa obbedisce sempre alla ragione piuttosto che al suo sentimento. Egli aveva il disprezzo del conquistatore romano per il popolo conquistato e in piu aborriva la mentalità e lo spirito ebraico, tanto diverso da quello romano quanto 1'oriente puo' esserlo dall'occidente. L'eterna meditazione degli ebrei sui problemi religiosi, il loro fanatismo, il loro ritualismo, il loro odio per tutto ciò che non era giudaico - tutto ciò senza dubbio aveva accresciuto 1'antipatia di Pilato almeno quanto la loro eccitazione religiosa. Era troppo razionalista e troppo privo di immaginazione per apprezzare gli ebrei. La sua condanna di Gesù deve essere vista alla luce di questi fatti).

    La casa di Caifa, che, con i tre compagni, ritorna dall'incontro con Pilato. Coloro che li hanno attesi riescono a mala pena a trattenere la loro ansiosa curiosità.
Dopo essere entrato nella stanza il primo atto del sommo sacerdote è di chiamare un segretario e di impartirgli un ordine.

CAIFA Scrivi un ordine che chiunque sappia dov'e Gesù lo deve rivelare, in modo che le guardie possano prenderlo.

    Il segretario incomincia immediatamente a scrivere. I consiglieri discutono la situazione.

FARISEO (spavenrato) Ma questo significa la croce.
CAIFA (sarcasrico) Non capite niente. Non vedete che 1'ordine è un avviso a Gesù. La cosa più saggia che puo' fare, è capire al volo e scappare oltre il confine. Allora sarà in salvo e noi e i romani ci saremo liberati di lui.
DOTTORE Meno noie avremo con lui, meglio sarà.
GAMALIELE E se Gesù non si dà alla fuga?
CAIFA Sarà colpa sua. Noi abbiamo la coscienza pulita.

    II segretario ha finito di scrivere 1'ordine e lo pone davanti a Caifa. Con il suo anello a sigillo speciale Caifa autentica il documento, mettendo allo stesso tempo un sigillo sul destino di Gesù.
La scena termina con un primo piano del sigillo che si dissolve lentamente nella scena seguente.
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Commento
    La sorte di Gesù era segnata. Pilato lo condannava a morte come agitatore e ribelle. Venne a Gerusalemme per morire per la sua fede e morì per il suo popolo.

    Una sala della cittadella occupata dai soldati. Gesù è stato posto su una panca sopraelevata di marmo. Le sue mani sono ancora legate. I soldati romani lo hanno condotto in questa sala per burlarsi di lui e hanno chiamato a raccolta 1'intera compagnia. Quando ha inizio questa scena un soldato gli sta mettendo intorno un mantello militare di lana rossa, che lega con una fibia sulla spalla.

PRIMO SOLDATO Adesso sembri proprio un re.

    Gesù si sottomette alle beffe in silenzio, con pazienza. Un altro soldato ha intrecciato per scherno una corona di spine, fatta dei rami di uno dei due tipi di roveti ben noti in Palestina, 1'ononis spinosa o lyceum spinosum. Questa qualità non punge. Il soldato vuol mettere una corona sulla testa di Gesù non per ferirlo ma per schernirlo, paragonandolo agli imperatori romani che, durante le cerimonie, portavano corone intrecciate di foglie.
Il soldato finisce di intrecciare la corona e la pone sul capo di Gesù.

SECONDO SOLDATO Sarai presto nel tuo regno: intanto ecco la tua corona.
    Un terzo soldato gli mette in mano una canna.
TERZO SOLDATO E qui c'è il tuo scettro.
    A turno i soldati s'inchinano beffardamente davanti a Gesu, lo salutano e lo scherniscono gridando.
VOCI Salve, re dei giudei.

    Gesù riesce a sopportare tutti gli insulti perche confida in Dio. Lo si ode sussurrare una vecchia preghiera, Shemà.

GESU'  Ascolta, o Israele. Il Signore è il nostro Dio. Il Signore è uno solo e tu amerai il Signore con tutto il tuo cuore e con tutta l' anima tua e con tutta la tua volontà.

    Nel mentre passano i due dottori della Legge che lo hanno difeso. Quando vedono come Gesù viene trattato dai soldati, si fermano e li rimproverano aspramente.

PRIMO DOTTORE Vergogna!
SECONDO DOTTORE Smettetela!
PRIMO DOTTORE Altrimenti sporgeremo denuncia contro di voi.

    Entra un soldato che porta su un lungo palo il titulus per la croce di Gesù: una tavoletta quadrata con un rivestimento in gesso su cui è stata apposta in greco, latino ed ebraico un'iscrizione: IL RE DEI GIUDEI.

(Da: CARL THÉODOR DREYER, Gesù. Racconto di un film, Giulio Einaudi editore, Torino 1969, pp. 147-153; 177-182; 220-221)
 


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