APPROFONDIMENTI CULTURALI - XXIX (ANNO XVII, N.1)
Attenzione: - passando il puntatore del mouse sui riferimenti scritti in colore verde e sottolineati, apparirà il testo citato - (risultato non ottenibile con Netscape 4.0 ) IL DIAVOLO E L'ICONOGRAFIA In queste pagine riproduciamo con lievi ritocchi le schede curate da
Franca Ela Consolino pubblicate in Salvatore Pricoco (a cura di), Il
Demonio e i suoi Complici. Dottrine e credenze demonologiche nella Tarda Antichità,
Rubettino, Soveria Mannelli, 1995, pp.286-319. Nel loro insieme esse rappresentano
unadeguata elencazione dei temi demonologici più diffusi nelliconografia
tardo antica medievale Le citazioni bibliche sono rese in base alla Vulgata.
Ringraziamo leditore per lautorizzazione concessaci. Caduta degli angeli ribelli La versione secondo cui la caduta di Lucifero e dei suoi angeli sarebbe dovuta a un peccato di superbia cominciò a guadagnare terreno a partire dal IV sec., fino a soppiantare del tutto le due spiegazioni dominanti nei primi tre secoli dellera cristiana, che attribuivano la caduta degli angeli rispettivamente allinvidia nei confronti del genere umano e alla lussuria. Lipotesi del peccato di superbia si fonda essenzialmente su Isaia 14,12-14: "Come sei caduto dal cielo, o Lucifero che sorgevi al mattino? Sei rovinato sulla terra, tu che ferivi le genti? Tu che dicevi nel tuo cuore: darò la scalata al cielo, porrò alto il mio trono sopra gli astri di Dio Salirò sullalto delle nubi, sarò simile allAltissimo". La Lussuria Se il peccato di superbia si colloca prima della
creazione, le altre due versioni della caduta degli angeli presuppongono lesistenza
delluomo. La colpa di lussuria veniva dedotta da Genesi 6,1-2: "E
avendo i figli degli uomini cominciato a moltiplicarsi sulla terra, ed avendo generato
delle figlie, i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano belle, si presero
in moglie quelle che fra tutte si erano scelte" (in luogo di "figli di
Dio" alcuni manoscritti hanno la variante "angeli di Dio"). Questo
passo fu sviluppato da alcuni apocrifi dellAntico Testamento, che illustrano le
nefaste conseguenze di questa unione: introduzione di incantesimi e magie, nascita dei
giganti (presenti anche in Gen 6,4), costruzione delle armi. Inoltre il demonio fece
scoprire agli uomini i monili, il trucco, le pietre preziose e ogni sorta di tinta: si
affermò così lempietà e gli uomini si diedero alla fornicazione (Libro
etiopico di Enoch 8,1s.). Agli apocrifi (non ancora considerati tali) si ispirarono
autori cristiani come Cipriano e Tertulliano anche per condannare, insieme con il trucco,
la diabolica invenzione degli orecchini. Tentazione e cacciata dal paradiso La versione che attribuisce la caduta del diavolo
allinvidia (cfr. Sap. 2,24 "Per linvidia del diavolo la
morte entrò nel mondo") è attestata in alcuni apocrifi dellAntico
Testamento, che riprendono il tema della Genesi, ed è specificatamente connessa alla
creazione delluomo negli apocrifi del ciclo di Adamo. Il peccato originale Genesi 3,1-6"Ma il serpente era il più astuto di tutti gli animali della terra creati dal Signore Iddio, ed egli disse alla donna: Perché Dio vi ha ordinato di non cibarvi di nessun albero del paradiso? E la donna gli rispose: Noi ci cibiamo dei frutti degli alberi che sono nel paradiso, ma Dio ci ha ordinato di non mangiare il frutto dell'albero che si trova al centro del paradiso e di non toccarlo, pena la morte. E disse il serpente alla donna: Non morirete affatto. Dio sa che in qualunque giorno ne mangerete vi si apriranno gli occhi, e sarete come dèi, a conoscenza del bene e del male. E la donna vide che l'albero era buono come cibo, e bello per gli occhi, e gradevole di aspetto: e prese del suo frutto e ne mangiò, e ne diede al suo uomo". Il serpente ed Eva Deciso a sfruttare la propria sapientia per
provocare la cacciata delluomo dal paradiso, il serpente preferì non attaccare
direttamente Adamo, ma ingannandolo, servendosi di Eva: Ambrogio, De paradiso XII,
54 4 56 "Non si rivolse a colui che di persona aveva ricevuto il mandato celeste,
ma a colei che aveva appreso dalluomo, non da Dio, gli ordini da rispettare. Infatti
non trovi scritto che Dio parlò alla donna, ma che parlò ad Adamo: perciò bisogna
ritenere che la donna abbia saputo per il tramite di Adamo
Gli altri vedano cosa
pensarne: a me sembra che la colpa abbia preso inizio dalla donna (a mulier coepisse
vitium),e che con lei sia cominciata la menzogna. Infatti, se anche ci fosse qualche
incertezza sui due, tuttavia il sesso rende chiaro chi ha potuto sbagliare per primo.
Aggiungi che esiste una pregiudiziale a carico di colei che in seguito per prima si è
trovata in colpa". Davide di fronte a Saul Nei libri storici della Bibbia, il rigido monoteismo di
Israele, negando realtà ontologica al male, lo rende lestrinsecazione della
volontà punitiva di JHWH. Così accade p. es. in 1Re
22,19-23, in cui è su mandato di Dio che uno spirito menzognero parla
per bocca dei profeti del re Achab. Daniele nella fossa dei leoni La figura di Daniele, protagonista di un libro [ ] la cui composizione dovrebbe collocarsi nella prima metà del II sec. a.e.v., ebbe grande successo presso i cristiani anche per la portata simbolica della sua vicenda. Lepisodio della fossa dei leoni (Dn 6,16ss.), infatti lo rende figura del trionfo di Cristo sullinferno (lo stesso accade per i suoi tre compagni gettati nella fornace ardente, Dn 3,20ss.). Limmagine del diavolo come leone è già in 1Pt 5,8 "Il vostro avversario, il diavolo, si aggira come leone ruggente cercando qualcuno da divorare". Il diavolo tenta Gesù Subito dopo il battesimo e prima di iniziare la sua predicazione, Gesù è condotto dallo spirito nel deserto, perché sia messo alla prova dal diavolo. Il felice superamento delle tentazioni fa in qualche modo da presupposto alla sua attività pubblica, caratterizzata fra laltro dalla liberazione degli ossessi. Le tre tentazioni sono narrate in dettaglio da Matteo 4,1-11 e Luca 4,1-13 (di tentazioni in generale parla invece Marco 1,12-13). Nella prima tentazione di Gesù, a lui, che da quaranta giorni digiuna nel deserto, il demonio propone di trasformare le pietre in pani. Le altre due consistono nell'invito a gettarsi dall'alto del Tempio facendosi sostenere dagli angeli, e nell'offerta del potere e della gloria. Gli indemoniati Gli spiriti malvagi possono compiere unazione di
disturbo anche nellAntico Testamento (è quel che fanno con Saul), gli indemoniati
in quanto tali sono una novità neotestamentaria. A prendere possesso della vittima può
essere un solo demonio o parecchi. Nel riquadro centrale di una tavoletta conservata al
Louvre [V sec.] abbiamo la guarigione dellindemoniato di Gerasa, posseduto da una
legione di demoni cui Cristo ordina di trasferirsi in una mandria di porci (Mc 5,2ss. e Lc
8, 27ss); nel dittico di Murano [VI sec. Ravenna Museo Nazionale], che
offre una delle prime raffigurazioni del soggetto (la più antica si trova nelle Catacombe
di S. Sebastiano e risale agli inizi del III sec. ), a possedere la vittima è un solo
demonio, che fugge da sopra la testa dellossesso non appena Cristo alza la testa
verso questultimo [
] Nel primo caso non si vede propriamente il diavolo (che a
quellepoca non veniva ancora raffigurato), ma tre maiali, che rappresentano la
mandria occupata da Legione, mentre nel dittico di Murano il diavolo ha laspetto di
un omino. Il bacio di Giuda Luca e Giovanni concordano di imputare a Satana il tradimento di Giuda. Lc 22,3-4 "Ma Satana entrò in Giuda detto Iscariota, uno dei dodici. E quello si allontanò e parlò con i capi dei sacerdoti e con i magistrati sul modo di consegnarlo loro". Più articolata e drammatizzata la narrazione di Giovanni (13,2ss.), in cui Gesù prevede con largo anticipo il tradimento di Giuda (6,70 ex vobis unus diabulus est), che egli addita poi come suo traditore al discepolo che ama nel corso dellultima cena, quando intinge il pane e lo porge a Giuda: "E dopo il boccone, entrò in lui satana" (13,27): subito Giuda esce per consumare il tradimento (13,30). Cristo al Limbo La discesa di Cristo al Limbo ne attua il trionfo sugli inferi e sul loro signore, che egli calca col piede. Nelliconografia di questa scena, che comincia a essere raffigurata solo a partire dal VIII sec, il personaggio calpestato da Gesù è per lo più [ ] identificabile col diavolo, ma talora ha invece i tratti dellAde, antico signore degli inferi, che in alcune raffigurazioni dellinferno mantiene unidentità propria, distinta da quella di Satana. Caronte A rendere più folte le schiere dei demoni provvidero gli
dèi pagani, che secondo gli apologisti altro non erano che illustri defunti divinizzati.
"Tutti gli dèi sono demoni" (Omnes dii gentium daemonia
[loriginale ebraico ha elilim; elil al singolare "vanità,
nulla" n.d.r.]), recitava il Salmo
96,5, e a agli occhi dei cristiani i costumi non proprio impeccabili di
molte divinità giustificavano pienamente tale asserzione. Nulla di strano, dunque, se
alloccasione il demonio prendeva le sembianze di un dio: ne sapeva qualcosa Martino
di Tours (Vita Martini 22,1), che lo vedeva talvolta comparire sotto le mentite
spoglie di Giove, per lo più con laspetto di Mercurio (Dialoghi II,13;
III,6), ma spesso anche come Minerva o Venere. I martiri La stabilita identità fra dèi pagani e demoni ha come naturale conseguenza il rifiuto di sacrificare da parte dei martiri, per i quali la partecipazione a un sacrificio pagano si configura come un peccato di idolatria, una sorta di idolatria alla rovescia, che macchia indelebilmente chi vi partecipa. A loro volta, nella letteratura dei primi secoli, le persecuzioni sono ricondotte a ispirazione diabolica, e nella più tarda letteratura sui martiri (acta, gesta, passiones) i persecutori, capaci di escogitare le torture più atroci e bizzarre, risultano essere lo strumento del demonio. La donna e il drago Apocalisse 12,1-5: "E apparve nel
cielo un grande segno: una donna vestita di sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sul suo
capo una corona di dodici stelle
E fu visto un altro segno in cielo: ed ecco un
dragone grande, fulvo, con sette teste e dieci corna, e sulle sue teste sette diademi; e
la sua coda trascinava la terza parte delle stelle del cielo, e le gettò sulla terra; e
il dragone si mise di fronte alla donna, che stava per partorire, per divorarne il figlio
appena l'avesse partorito. E quella partorì un figlio maschio, destinato a reggere con
ferreo scettro tutte le genti, e suo figlio fu rapito verso Dio e il suo trono".
Michele e i suoi angeli combattono i dragoni Apocalisse 12,7-8 "E ci fu una
grande battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli lottavano contro il dragone, e anche
il dragone combatteva, e con lui i suoi angeli. Ed essi non prevalsero e da quel momento
non ci fu più posto per loro in cielo". Giudizio universale Quella di S.Apollinare Nuovo di Ravenna [inizi del VI
sec.] è la più antica raffigurazione antropomorfa a noi pervenuta del diavolo,
langelo azzurro che siede alla sinistra di Cristo e prende in consegna i capri.
Ancora lazzurro contraddistingue i diavoli nel giudizio universale di Torcello, dove
graziosi diavoletti si palleggiano le teste di personaggi a suo tempo illustri nel secolo
(fra di essi un vescovo). Per lo più, tuttavia, il diavolo è nero, come si evince in
particolar modo dalla letteratura monastica. La sua prima comparsa in tale aspetto è
nella Vita di Antonio (6,1ss.). La negritudine del demonio si motiva anche con la
definizione di "principe delle tenebre" di Efesini
6,12. Nero egli è anche nellepistola dello Pseudobarnaba
4,10 "Perché il Nero non si insinui in noi, rifuggiamo da ogni vanità, e
nutriamo un odio assoluto per le opere della vita malvagia". Tentazioni di S. Antonio Atanasio, Vita di Antonio 9,6s "E subito il luogo si riempì di immagini di leoni e di orsi, di leopardi, tori e serpenti, e aspidi, scorpioni e lupi. Ognuna di queste belve si comportava secondo il proprio aspetto. Il leone ruggiva, e cercava di saltargli addosso, il toro sembrava colpirlo con le corna, il serpente strisciando non riusciva a toccarlo, e il lupo si bloccava nel suo assalto. E assolutamente terribile era il furore di tutte le apparizioni, e il frastuono delle loro voci ". Diavoli e monaci Non sempre, peraltro il demonio prende laspetto
aggressivo di una belva. Altre volte preferisce ricorrere alle lusinghe, e non sono rari
nella letteratura monastica i casi in cui tenta di sedurre lasceta di turno
assumendo laspetto di una bella donna. Sulle molte astuzie del demonio, Antonio (e
per lui il suo biografo Atanasio) tiene un lunghissimo discorso (Vita di Antonio, 21-43)
che farà scuola nella letteratura monastica. |