CHI DITE CHE IO SIA?
Convegno di studi, Sala Estense, Ferrara, 11-13 marzo 2005
Giunto circa a metà della sua vita pubblica Gesù
rivolge ai discepoli una domanda su se stesso. L’episodio
è presente in tutti e tre i vangeli sinottici (Mt
16,13-20;
Mc
8,27-30;
Lc 9,18-21
). La sua singolare pregnanza è dovuta anche a quanto non vi
è scritto. La sua articolazione è grosso modo la seguente
(seguiremo Marco ma il discorso, sotto questo aspetto, non muta negli
altri due vangeli): avvicinandosi a Cesarea di Filippo Gesù pone
ai propri discepoli questa domanda: «Chi dicono gli uomini (oi
anthropoi) che io sia?» e ottiene un certo numero di risposte:
Giovanni Battista, Elia o uno dei profeti. Segue un secondo interrogativo:
«E voi chi dite che io sia?». Pietro rispose:
«Tu sei il Cristo». Si parte da una cerchia più
larga e si giunge a una più ristretta. Sembra però
che nell’aria sia sospeso un altro passaggio non scritto.
Il lettore infatti è afferrato anch’esso nel giro e si
sente a propria volta interpellato. Nel suo pensiero nasce
quindi un’ulteriore questione: e per me chi è Gesù?
Per chi legge sembra inevitabile dover prendere partito.
La risposta rimane aperta, non così il laccio dell’interrogativo
da cui è arduo scappar via. Forse anche per questo, in
anni recenti, il brano evangelico è stato più volte opportunamente
impiegato come terreno di confronto e di dialogo tra credenti
e non credenti.
Le domande non si limitano però all’interrogativo che prolunga a se stessi la questione proposta ai discepoli. Ve ne sono altre, in particolare quella che si chiede perché Gesù si preoccupasse tanto di cosa gli altri dicevano di lui. Questo assillo ha una versione di basso profilo, mondanamente frequente, propria di chi è in cerca di fama; costui infatti dipende, per forza di cose, dall’altrui giudizio. Per primeggiare è perciò costretto a dipendere dagli altri. Impossibile applicare questa dinamica a Gesù che, secondo la sua consuetudine, vieta addirittura a Pietro di diffondere la risposta che lo dichiara Messia. Occorre cercare in un’altra direzione. La più ovvia e la più vera è che si preoccupa del pensiero degli altri pure chi si sente chiamato a compiere una missione. È vero che, come nel caso del profeta, si potrebbe dire che il banco di prova non è il giudizio della gente sulla persona, ma quello riservato al messaggio da lei proposto. Nel caso di Gesù però le due realtà sono così strettamente unite da far sì che il riconoscimento dell’annuncio passi attraverso quello del suo annunciatore e viceversa. Vengono date molte risposte alla domanda su chi è Gesù. Esse però fanno sorgere ulteriori interrogativi tra cui quello di sapere se tali risposte incidono, a loro volta, sullo svolgimento del compito affidato a Gesù. La definizione di una missione e anche di colui che deve compierla non restano indifferenti al fatto che la sua proposta sia accolta o respinta, sia compresa o fraintesa, ascoltata o ignorata, amata o avversata. Sapere chi si è agli occhi degli altri può addirittura determinare l’esito della propria vita. Non a caso è proprio subito dopo la doppia domanda rivolta ai discepoli che, secondo i Vangeli, Gesù compie il primo preannuncio della propria passione. Esso, in un certo senso, si pone come la risposta che Gesù stesso dà al proprio interrogativo. I rivoli grandi e piccoli delle singole opinioni trovano accoglienza in questo sconcertante bacino che sembra negarli tutti. L’ingiunzione fatta a Pietro di non manifestare pubblicamente la propria fede nella messianicità di Gesù va collegata in modo strettissimo all’annuncio della passione(Mc 8,31-33). La risposta che Gesù dà in prima persona è che egli può diventare Cristo solo passando attraverso la morte. Attestarlo Messia sulla scorta di Pietro primadella morte e rifiutando la croce («allora Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo») significa travisare il senso di quella missione. A differenza di Matteo,Marco, in questo passo, non parla affatto del primato petrino; per lui è ben possibile affermare che anche la risposta di Pietro non è la vera: essa lo potrà diventare solo quando si accetta la croce. Il discepolato ormai si gioca su questo fronte: «Se qualcuno vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34). Per i vangeli la risposta alla domanda «chi dite che io sia?» va data di fronte al crocifisso; si intende a quello vero e non alla sua pallida raffigurazione tristemente piegata nei nostri tempi a usi spuri e identitari. Ma non è possibile tacere che proprio davanti a quella autentica icona la voce del credente si differenzia da quelle di ebrei, musulmani o laici. Il fatto poi che anche ad esse occorra prestar ascolto è detto dallo stesso atteggiamento di Gesù che si preoccupa, prima di ogni altra cosa, di quanto gli uomini dicono di lui. Piero Stefani |
Gesù nel suo tempo (Venerdì mattina: visita guidata della città secondo tre itinerari a scelta) VENERDÌ POMERIGGIO
(ore 15,00 – 19,30)
Saluto delle autorità.Cosa diceva la gente? La categoria dell’attesa messianica al tempo di Gesù, P. SACCHI, Università di Torino. Gesù di fronte alla sua morte: dovrà soffrire ed essere ucciso, E. BIANCHI, Priore della Comunità di Bose. Quattro immagini di Gesù nelle chiese di Ferrara, M. e P. STEFANI, Università di Ferrara. Ore 20,30: Cena e Assemblea dei Soci di Biblia. SABATO MATTINA
(ore 9,00 – 12,30)
Quale auto-consapevolezza in Gesù di Nazaret?
R. PENNA, Università Lateranense, Roma. La credenza protocristiana nella resurrezione di Gesù, G. BARBAGLIO, storico delle Origini cristiane, Roma. Dal Nuovo Testamento ai dogmi cristologici, F. FERRARIO, Facoltà Valdese, Roma. Ore 13,30-15,15: Visita alle raffigurazioni di Gesù commentate nella relazione di M. e P. STEFANI: S. Maria in Vado, Monastero S. Antonio Abate, S. Francesca Romana (a piedi). |
Molti modi di accostarsi a Gesù SABATO POMERIGGIO (ore 15,30 – 19,30)
Il Risorto, cuore della fede ortodossa,
T. VALDMAN,Vicario della Comunità Ortodossa Rumena d’Italia, Milano. Il Gesù che le donne incontrano. Letture femministe, E. GREEN, pastora battista, Grosseto. Ebrei ‘credenti’ in Gesù: movimenti e tendenze dell’ebraismo messianico attuale, L. NASON, biblista, Milano. Ore 20,30: Cena sociale e Concerto Gospel. DOMENICA MATTINA (ore 9,00 – 12,30)
Ore 8,45: Spiegazione della immagine di Gesù sullafacciata del Duomo di Ferrara. L’identità di Gesù: un punto di vista ebraico (in francese), A. ABÉCASSIS, Università Michel de Montaigne, Bordeaux. Gesù figlio di Maria, servo di Dio, profeta dell’Islam, I. ZILIO GRANDI, Università di Genova. Israele un trovatello, Gesù un celibe: abbandono, adozione e paternità di Dio, J. MILES, Claremont Graduated School, California. Moderatore: prof. PIERO CAPELLI, Università Ca’ Foscari, Venezia. |
Vedi anche: MAPPA
della Città
Sede. Il convegno si svolgerà nella ‘Sala Estense’, sita nella piazzetta municipale di Ferrara in pieno centro, gentilmente messa a disposizione dal Comune di Ferrara. Visite guidate. Si effettuano il venerdì mattina e sono riservate a chi si è regolarmente iscritto (per ragioni numeriche i ferraresi sono esclusi da queste visite) e costano 10 € ciascuna. Proponiamo tre itinerari alternativi: 1. (Ore 10-13). Giro in bicicletta intorno alle mura restaurate con spiegazioni storico-urbanistiche, e visita al grande cimitero ebraico di via delle Vigne. Occorre arrivare all’appuntamento in piazzetta Kennedy alle ore 9,45, muniti di una bicicletta (noleggio Romanelli, piazza Castello, € 1,50 per tre ore). In caso di pioggia si visiteranno il Museo del Duomo e la Pinacoteca Nazionale, ci si sposterà a piedi e l’appuntamento è fissato davanti al Duomo alla stessa ora. 2. (Ore 10-13). Visita al Duomo e al Ghetto guidata dall’arch. Carlo Bassi, autore del suggestivo volume Perché Ferrara è bella (ed. Corbo) e visita guidata al Museo Ebraico. Data la limitatezza degli spostamenti l’intero tragitto può svolgersi comodamente a piedi. Appuntamento davanti al Duomo alle ore 9,45. 3. (Ore 11-13). Visita guidata al prestigioso Castello Estense e all’annesso museo di recente apertura. Appuntamento in piazzetta Savonarola alle ore 10,45. Pernottamento. Abbiamo scelto tre alberghi a tre stelle, tutti vicini alla Sala Estense in pieno centro. Il prezzo per ogni pernottamento con |
prima colazione, in camere
con bagno, è di € 40 a testa in camera doppia e di € 55 in camera singola. Chi volesse spendere meno potrà prenotare direttamente telefonando a uno dei tre alberghetti centrali a una stella, senza bagno e senza prima colazione (Casa degli Artisti, 0532/761038; Albergo Centro Storico, 0532/209748; Albergo Lupa, 0532/7600707). Pranzi. – Mezzogiorno: daremo in cartella una lista dei ristoranti e delle pizzerie più vicini dove ognuno potrà andare per conto proprio. – Cene: si svolgeranno presso la bellissima e centrale «Sala Borse», cui si accede da via Ercole d’Este 1 o da largo Castello 20. • La cena di venerdì (€ 20), sarà seguita dall’Assemblea dei Soci alle ore 21,30 nello stesso locale (la convocazione per l’Assemblea sarà inviata a parte a tutti i Soci). • La grande cena sociale di sabato alle ore 20,30 (€ 25) prevede invece cibi ferraresi e concerto gospel del gruppo «4 Jumps». Iscrizione e prezzo di partecipazione. È indispensabile, soprattutto per chi desidera prenotare tramite noi il pernottamento, iscriversi al più presto- e comunque non oltre fine gennaio - riempiendo l’allegata scheda in tutte le sue parti e mandandola insieme al versamento di 20 € d’anticipo, non rimborsabili in caso di ritiro, e al costo della prima notte, restituibile in caso di ritiro entro il 5 marzo. La partecipazione al convegno dà diritto alla cartella e a prendere parte a tutte le attività previste dal programma (escluso le visite di venerdì mattina e le due cene da prenotarsi a parte) e costa € 70 per i non Soci; € 50 per i Soci e per i giovani; € 20 per i residenti a Ferrara. |
Credo che sia confortante ( un segno
dei tempi?) il successo del convegno di Biblia a Ferrara. Da qualche
anno l'interrogativo sulla realtà storica di Gesù sembra
riscontrare un maggior interesse anche nella cultura laica. Se ne vuole
comunque parlare, anche a sproposito. Se possiamo legittimamente ironizzare
sulla sempre risorgente voglia di inventarsi romanzi o romanzetti biografici
su Gesù, possiamo consolarci con la constatazione che forse sta
cominciando a diffondersi nel mondo culturale italiano la consapevolezza
che non possono bastare pallide reminiscenze ottocentesche a liquidare
la questione del Gesù della storia. Il dibattito ha ripreso forza
per lo sviluppo della nuova fase degli studi storici e biblici sul Medio
Giudaismo e sull'origine del Cristianesimo. Gian Gabriele Vertova |