L'Amore di Dio

Presentazione

- Vedi anche l'"Antologia di brani sull'amore di Dio" predisposta dalla Presidenza, distribuita ai convegnisti ed ora messa a disposizione dei visitatori del sito -

    «Amore di Dio». In questa espressione l’ambivalenza del genitivo tocca il proprio vertice. Da un lato vi è il versante soggettivo in cui si parla di un amore provato da Dio; dall’altra si estende il declivio oggettivo in cui l’amore va rivolto verso il divino. Alla verità che Dio è colui che ama per primo corrisponde in tal modo l’impegno chiesto alla creatura di amare il suo Signore. L’amore diviene così una specie di ponte sospeso sull’abisso della «infinita differenza qualitativa» che separa il divino dall’umano. Il baratro comunque resta. Nessuno l’ha sperimentato più dei mistici; vale a dire coloro che, con più risolutezza, hanno voluto inoltrarsi su quella sottile striscia solida gettata sull’abisso.
Un’antica parola di sapienza afferma che il bene per sua intima natura è diffusivo, esso non può restare chiuso in se stesso, deve chiamare all’essere l’altro da sé. Un'altra sentenza nata in secoli lontani dichiara invece che l’aprirsi verso l’esterno, là dove si dispiegano manchevolezza e dipendenza, comporta essere turbati e intaccati nella propria autosufficienza. Il primo pensiero, quello legato al Bene, lo si trova anche in Platone che non è meno greco di Aristotele, sostenitore della seconda tesi.
    La Bibbia, lo si sa, parla un altro linguaggio. Tuttavia molti dei suoi interpreti ebrei e cristiani conoscevano, in modo diretto o indiretto, le riflessioni qui esposte. Non stupisce quindi che quando si è parlato del Dio creatore che chiama all’essere e ama l’altro da sé, il pensiero sia divenuto non solo drammatico e relazionale, ma sia stato sovente sensibile a influssi platonici (o meglio neoplatonici) evidenti in gran parte delle speculazioni trinitarie cristiane e non assente, sia pure ritrascritto in linguaggio mitico, nella qabbalà ebraica. Anche quando in pieno Medioevo cominciò a espandersi l’influsso del «maestro di color che sanno», Aristotele non l’ebbe mai vinta su questo punto. Come c’era da attendersi, in un antiscolastico a tutta prova come Lutero la denuncia non conosce più mezze misure. «Aristotele nel XII libro della Metafisica disputa in questo modo: “Chi vede fuori di sé le disgrazie, vede tutte cose tristi e non è beato: Dio invece è beato, perciò non vede fuori di sé”. Così Aristotele nega queste due cose: l’immortalità dell’anima e la provvidenza divina… Io dico il contrario: se Dio pensasse solo a se stesso sarebbe un ente miserrimo». Come non di rado gli capitava Lutero conia un’espressione folgorante. In una riga tutti i canoni di un tipo di classicità sono capovolti: l’autosufficienza divina è abisso di miseria.
    Dio pone delle relazioni con l’altro da sé. Per la fede cristiana questa capacità in un certo qual modo doveva essere anticipata entro la stessa vita divina: per entrare pienamente in relazione bisogna che il proprio essere sia a sua volta relazionale. È questo il genere di Trinità che i teologici chiamano immanente. A detta di molti la divina vita amorosa una e trina sarebbe però rimasta simile a un gioco di specchi che rifrangono reciprocamente la loro purezza priva di drammi, se essa non fosse stata seriamente coinvolta nell’altro da sé. Creare, rivelarsi, incarnarsi, patire, morire, risorgere divengono perciò verbi applicabili alla vita stessa di Dio. In linguaggio teologico a tal proposito si parla di Trinità economica.
    Il messaggio biblico colloca l’amore nelle viscere di Dio, ciò fa di lui un essere che, volgendosi fuori di sé, crea l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza. L’impronta divina rende a propria volta le creature capaci di amare il Dio infinito. Si comprende allora perché nel messaggio biblico i due comandi di amare Dio e amare il prossimo hanno la stessa matrice: io sono il Signore tuo Dio. Per questa via l’amore di Dio si è apparentato per sempre con quello del prossimo. Tale legame rende vano ogni preteso amore per l’invisibile che esiga il disprezzo delle realtà visibili. A tal proposito la prima lettera di Giovanni dichiarerà impossibile amare Dio che non si vede se non si ama il prossimo che si vede (1Gv 4,20)
    La prospettiva qui evocata, pur avendo segnato in profondità la vita di innumerevoli persone e comunità, obbliga però a chiedersi come mai coloro che hanno tante volte parlato di un Dio che è amore (1Gv 4,8) in troppe circostanze hanno dimostrato di essere poco capaci di amare e a volte sono stati in grado persino di odiare. Torna in conclusione la domanda posta a titolo della nostra ultima relazione: quando i figli di un unico Padre riusciranno a vivere davvero tra loro come autentici fratelli?

Piero Stefani


            L'AMORE DI DIO

Convegno d'apertura del ventennale di BIBLIA, Associazione laica di cultura biblica*.
Patrocinio del Comune di Roma.

Aula Magna dell'Istituto Patristico Augustinianum

Roma, 12-14 novembre 2004

               
Vedi qui per lo svolgimento definitivo

e qui per le Relazioni sul Convegno

Programma originario

Venerdì 12,ore 9,30-13

- Saluto inaugurale dell'on. Mariapia Garavaglia, Vicesindaco di Roma e di altre Autorità

- Francesco Rossi de Gasperis S.J.: "Disce cor Dei in verbis Dei" (Conosci il cuore di Dio nelle parole di Dio)

- Rav Benedetto Carucci Viterbi: Ama il tuo Dio con tutto il cuore

- Moshe Idel (Israele): L'amore di Dio per il suo popolo e del popolo per il suo Dio

ore 15,30-19,30

- Fabrizio Lelli: L'amore intradivino nella tradizione mistica ebraica

- Stella Morra: L'amore trinitario in Dio

Partenza in pullman alle 17,30 per una visita guidata all'Estasi di S. Teresa del Bernini

Sabato 13, ore 9,30-13

- Jean Luis Ska S.J.: Il primo di tutti i comandamenti

- Pastore Paolo Ricca: Dio ha tanto amato il mondo da mandare suo Figlio

- Paolo De Benedetti: "Chi prepara al corvo il suo pasto?" (Gb 38,41). Dio si prende cura di ogni sua creatura

ore 15,30-19,30

- Il divino amante

nel cristianesimo, Anne-Marie Pelletier (Francia)

nell'islam, Alberto Ventura

Partenza in pullman alle 17,30 per una visita guidata alle Catacombe di Priscilla


Domenica 14, ore 9,30-12,30

- Il suo amore vale più della vita:la difficile via del martirio

nell'ebraismo, Amos Luzzatto

nel cristianesimo, Mons. Piero Coda

nell'islam, Khaled Fouad Allam

- Conclusione: Tutti figli di un unico Dio:ma quando tutti fratelli?


Moderatore: Piero Stefani

* II convegno di chiusura si svolgerà a Milano il 11-13 novembre 2005 e sarà dedicato all'amore del prossimo
 

Informazioni

Sede del convegno. Aula Magna dell'Istituto Patristico Agustinianum, via Paolo VI 25, 00193 Roma (nei pressi del colonnato di San Pietro).

Per iscriversi. Inviare la scheda , debitamente compilata in tutte le sue parti, insieme all'anticipo di euro 20, non restituibili in caso di ritiro. La quota di partecipazione è di 70 euro a testa, mentre per i soci di Bibita e per i giovani è di 50 euro a testa, e per i residenti di Roma di 20 euro.

L'iscrizione da diritto a partecipare a tutte le lezioni, alle due visite guidate previste dal programma (compreso gli autobus per gli spostamenti), e a ricevere la cartella del convegno. Si raccomanda di iscriversi al più presto, in quanto i posti a sedere sono limitati.

Soggiorno. Chi desidera prenotare la pensione completa dovrà specificarlo sulla scheda di iscrizione: abbiamo scelto la Casa "Tra Noi", via Monte del Gallo 113, 00165 Roma, casa che dista solo 5 minuti a piedi dalla sede del convegno. I costi della pensione completa (venerdì e sabato) sono 60 euro al giorno a persona in camera doppia o 80 euro al giorno in camera singola. Per chi arriverà tin dal giovedì - solo cena e pernottamento - il prezzo di questa mezza pensione è di 54 in doppia o 74 in singola.

Accetteremo le prenotazioni fino a esaurimento dei posti disponibili


Ai Programmi
Home Page di BIBLIA